La villa di Arcore, in attesa di conoscere nei dettagli il suo prossimo futuro dopo la lettura del testamento, può diventare un museo sulla storia di Silvio Berlusconi. Sarebbe questa l’ultima idea al vaglio della famiglia dell’ex premier, a seguito della scomparsa dell’ex presidente di Milan e Monza.
Secondo quanto riporta l’edizione odierna de Il Messaggero, la proposta del museo arriva direttamente dalla famiglia Berlusconi con Pier Silvio, grande promotore dell’iniziativa, che la starebbe portando avanti con i vertici di Forza Italia. Questi ultimi si sono dimostrati fin da subito molto entusiasti. L’idea sarebbe quella di creare un parco a tema, una fondazione, un museo, un’istituzione adibita a tenere viva la memoria di Silvio Berlusconi.
Villa San Martino, ad Arcore, diventerebbe quindi il polo attrattivo della famiglia Berlusconi grazie alla grandezza di Silvio. Nella mente dei suoi familiari c’è la possibilità che la villa, che secondo indiscrezioni dovrebbe accogliere Marta Fascina che avrà lì la residenza, diventi visitabile per appuntamento e dopo magari con accessi contingentati come un normale museo.
Portandosi più avanti nelle discussioni è venuta fuori la presenza di un comitato scientifico formato da storici. Il primo nome possibile è quello di Giordano Bruno Guerri. Previsto anche un comitato d’onore, che andrebbe ad accogliere alcuni membri della famiglia e gli amici più cari, da Gianni Letta a Fedele Confalonieri. Infine, la nuova Fondazione Silvio Berlusconi potrà diventare lo sviluppo, l’ampliamento e il rilancio della Fondazione Luigi Berlusconi, quella in via Senato a Milano, che il Cavaliere volle intitolare a suo padre.
Se tutto andasse secondo i piani, la domenica sarà il giorno indicato per la visita al memoriale di Villa San Martino, per guardare tra l’altro gli oltre 20mila dipinti non tutti di valore. Senza dimenticare l’ultima compagna di vita di Berlusconi, la Fascina appunto, che potrebbe avere un ruolo attivo all’interno di tutto questo.
Per i possibili futuri visitatori poi sarà permesso di camminare nelle stanze di Villa San Martino e ascoltare la voce di Silvio Berlusconi nei suoi discorsi più celebri, come quelli durante le visite di Stato in America e in Europa, per non dire della famosa orazione per il 25 aprile ad Onna, dopo il sisma abruzzese. Il pezzo forte dovrebbe essere la ricostruzione del set in cui fu girato nella Villa Belvedere a Macherio, però, e non ad Arcore il video della discesa in campo nel 94.
Ci potrà essere, si tratta solo di recuperarla, la telecamera originale che immortalò uno slogan epocale: «L’Italia è il Paese che amo». E ancora: il Museo Berlusconi sarà quello in cui verrà proiettato a loop il lungometraggio di due ore, intitolato Il fiume della libertà, che fu confezionato per il ventennale di Forza Italia da Roberto Gasparotti e Francesco Giro.
Non mancherà la copia originale del Contratto con gli italiani del 2001, che Berlusconi raccontava di tenere in casa (c’è chi dice al bagno). Per non dimenticare le librerie in cui i visitatori del Museo Berlusconi potranno vedere i classici a lui carissimi: dalle antiche edizioni dell’Elogio della follia di Erasmo da Rotterdam, dell’Utopia di Tommaso Moro e del Principe di Machiavelli alla collezione completa degli scritti di Churchill e alle biografie di statisti come Thatcher e Mandela. Sfogliare i volumi con i discorsi parlamentari, gli interventi internazionali, le orazioni nelle convention di partito. E poi gli inni di Forza Italia, da Azzurra Libertà a Menomalechesilvio c’è, testo e musica di Berlusconi.
A fare la figura della ciliegina sulla torta potrebbero essere le canzoni di Trenet e di altri francesi reinterpretati da Berlusconi, compresa Dans mon ile di Henri Salvador che secondo lui era una di quelle che gli riuscivano meglio. E ancora: video, spot, foto (anche quelle con i campioni dello sport), la collezione di poster elettorali da quelli della Dc del ’48 e si potrà capire come nascevano le sue campagne elettorali e come rivoluzionò la comunicazione politica, per esempio inventandosi i famosi maxi-manifesti 6×3.
Non mancheranno anche i tarocchi, che Berlusconi ha sempre accolto con favore come testimonianza che le sue idee piacevano ed erano riconosciute da più persone possibili. “Più Tasse per Totti” e altri giochi, compresi quelli in cui lui parodiava gli altri (lo sketch: «Tik Tok TaK!»). Un museo ricco di aneddoti che sia un luogo di memoria dinamico e, nei limiti, accessibile a tutti.