L'Olimpo del calcio che parla sempre più arabo

Se Abu Dhabi e Qatar sono stati dei precursori nell’approcciare il mondo del calcio, da qualche tempo è in campo anche il peso massimo dell’area del Golfo, l’Arabia Saudita, che per dimensioni geografiche oltre che economiche e peso politico, è indubbiamente il capofila dei Paesi del Golfo.

Football Affairs calcio parla arabo
Anteprima Football Affairs

L’interesse per il mondo del calcio, di quello che conta che ha i suoi natali e forse ancora massima espressione nel Vecchio Continente, da parte dei Paesi del Golfo è partito da lontano.

Dapprima vi sono state le acquisizioni: da una parte gli emiri di Abu Dhabi che hanno fatto rotta verso Manchester, acquistando il City e dall’altra i qatarioti che hanno scelto Parigi e comprato il PSG.

Un percorso nato da due esigenze per certi versi complementari.

La prima è stata quella di diversificare le attività economiche, al fine dal non renderle più solo appannaggio del petrolio; una decisione lungimirante, considerata la virata più o meno sentita verso le energie rinnovabili da parte dell’Europa.

La seconda è quella riassumibile con il termine “sportwashing” ossia la pratica che consiste nell’adoperare lo sport come veicolo per ripulire la propria immagine e renderla più appetibile sia al pubblico mainstream che all’establishment politico ed economico. Una pratica che gode di una notevole accelerata se lo strumento sportivo viene avvalorato dai successi: ne è emblema la cavalcata del City che ha ottenuto quest’anno il Triplete e ha alzato la prima Champions League della sua storia.

Football Affairs calcio parla arabo: dopo Abu Dhabi e Qatar ecco l’Arabia

Se l’emirato di Abu Dhabi e il Qatar sono stati per così dire dei precursori di questo approccio, da qualche tempo è in campo anche il peso massimo dell’area del Golfo, l’Arabia Saudita, che per dimensioni geografiche oltre che economiche e peso politico, è indubbiamente il capofila dei Paesi del Golfo.

Forte dei capitali investiti dal fondo PIF, fondo sovrano dell’Arabia, un club storico ma che è spesso stato a cavallo tra la prima e la seconda serie inglese, il Newcastle United, ha potuto centrare in sole due stagioni la qualificazione in UCL e muovere gli equilibri del calciomercato. In questo senso l’Arabia ha dimostrato di aver assorbito bene la lezione dei “colleghi” di Abu Dhabi e Qatar e di aver velocizzato ancor più i tempi.

Ma il disegno calcistico dei Paesi del Golfo non si limita alla pratica delle acquisizioni di cui sopra: ora si vuole di più. E non a caso che proprio il Paese capofila stia intensificando le attività per dar valore anche al movimento del proprio calcio interno, impreziosendolo con talenti planetari che, anche se a fine carriera, possono di certo risollevare l’immagine di un campionato del tutto lontano dai radar del calcio che conta.

Football Affairs calcio parla arabo: cos’altro aspettarsi?

E resta ancora da chiedersi quali potrebbero essere le mire future? Acquisizioni di club in ogni campionato europeo? Una nuova Coppa del Mondo nell’area del Golfo?

Sugli scenari futuri, sul peso crescente del mondo arabo che conta – nel senso quasi letterale del termine – si concentra l’analisi del Direttore Luciano Mondellini nel nuovo appuntamento con il Football Affairs.