Si apre il capitolo dell’eredità di Silvio Berlusconi. La morte dell’ex premier ha infatti aperto la questione di come verrà suddiviso il patrimonio miliardario del fondatore di Fininvest, la holding di famiglia che gestisce i aziende operative, come Mediaset, Mediolanum e Mondadori, investendo e distribuendo gli utili alla famiglia. La partita della successione si gioca principalmente lì.
Una situazione che oggi vede Silvio avere il controllo con il 62% delle quote, con Marina e Pier Silvio che hanno il 7,65% a testa attraverso le loro holding personali mentre Barbara, Luigi ed Eleonora hanno raccolto le loro quote (21,4%) in una società comune.
E proprio come suddividere quel 61% resta il tema centrale: come riportato dal Sole 24 Ore, infatti, su un terzo del patrimonio si può agire liberamente in termini di eredità, mentre i restanti due terzi vanno suddivisi equamente tra i figli: in questo modo, quindi, applicando il principio alla sola Fininvest il 40% verrebbe suddiviso tra i cinque figli, che salirebbero di fatto tutti al 15% ciascuno.
Il nodo resta il restante 20%: se la quota venisse ulteriormente assegnata in parti uguali ai cinque figli la maggioranza di Fininvest passerebbe a Barbara, Eleonora e Luigi. Se invece nel suo testamento Berlusconi avesse disposto in modo diverso su un terzo dell’eredità nella sua disponibilità, Barbara, Eleonora e Luigi potrebbero fermarsi al 45% circa e quindi non avere il controllo.
Come aggiunge il Corriere della Sera, l’assetto attuale potrebbe essere influenzato dalle ultime volontà di Berlusconi e da variabili che potrebbero essere state introdotte. Resta ad esempio la questione del ruolo di Marta Fascina, il cui matrimonio non ha valore legale tuttavia. Altre incognite riguardano eventuali donazioni in vita e una quota del 2,06% nel capitale Fininvest che potrebbe fungere da mediatore tra possibili blocchi azionari.
Senza dimenticare poi il ramo immobiliare dell’impero, su cui finora i figli non hanno toccato palla: il primo, quello delle case di residenza (Arcore, Macherio ecc) con un valore intorno ai 100/150 milioni, e il secondo, quello delle ville da vacanza (Porto Rotondo, Cannes ecc) che ha un valore stimabile in 500 milioni.