Nonostante sia stato messo un punto di fronte alla giustizia sportiva, il nuovo caso Juventus farà parlare ancora per lungo tempo. Tra chi sostiene che la sentenza sia stata iniqua in senso assolutorio e chi sostiene che la Juventus non dovesse essere nemmeno sanzionata, la certezza è la farraginosità della giustizia sportiva italiana, che necessita di una riforma vasta.
Nelle pieghe del “risultato” finale ottenuto di fronte alla giustizia si legge anche la strategia della Juventus, che ha deciso di intraprendere la strada del patteggiamento. Una mossa decisa dopo aver capito che, da un lato, le speranze per un ricorso vincente al Collegio di Garanzie erano vane e dall’altro, che i 10 punti di penalità non avrebbero estromesso i bianconeri dalle coppe europee (la Juve è ancora in corsa per una tra Conference ed Europa League).
In questo modo la patata bollente è passata nelle mani della UEFA, che potrebbe decidere di escludere la Juve per un anno dalle coppe, con un danno tutto sommato limitato – almeno in termini economici – considerando che sia l’Europa League che la Conference League portano nelle casse delle società partecipanti cifre ben lontane da quelle della Champions.
La Juventus ha incassato e ha ribadito la correttezza del proprio operato, ma ora è lecito chiedersi se il cosiddetto “Cda di guerra” varato quest’inverno da John Elkann e da Exor per prepararsi alla battaglia legale sarà ora altrettanto funzionale in tempo di “pace”, sia sul fronte sportivo, che dal punto di vista del marketing e dell’immagine della società.
Infine, una nota a margine la merita l’ex presidente Andrea Agnelli, unico a non patteggiare e pronto ad andare a processo il 15 giugno. La sua scelta sarà stata condivisa con la nuova dirigenza? Come si è evoluto il rapporto con il cugino John Elkann? Con il Football Affairs di questa settimana il Direttore Luciano Mondellini proverà a fare luce sul futuro della Juventus e sulle dinamiche che avvolgono la proprietà più longeva del calcio in Italia.