Gravina: «Il brand Juventus è straordinario e va tutelato»

Il presidente della FIGC ha parlato del valore del club bianconero: «Tutti i tifosi siano un po’ preoccupati, perché i tifosi della Juventus sono la maggioranza».

Stipendio Gravina Figc: quanto guadagna
(Foto: Antonio Masiello/Getty Images)

Il caso Juventus ha fatto molto rumore mettendo la società bianconera nel mirino della critica. Insieme a lei, però, ci è finita anche la giustizia sportiva che prima l’ha assolta, poi penalizzata, in seguito ha tolto il -15 e adesso deve riformulare una nuova sentenza, tutto questo a campionato in corso e che si sta avviando verso la fine.

Nelle giorni scorsi questo aspetto non è sfuggito di certo prima al ministro per lo Sport Andrea Abodi e poi a quello dell’Economia, Giancarlo Giorgetti che non ha risparmiato di certo la Juventus: «Se colpevole le toglierei lo stadio» le parole del ministro leghista.

Come riporta l’edizione odierna di Tuttosport, a provare a riportare il sereno ci ha pensato il presidente della FIGC, Gabriele Gravina che nel suo ragionamento predica calma nel giudicare una società come la Juventus e poi difende i tempi della giustizia sportiva: «Noi abbiamo, da dirigenti del calcio italiano, un obbligo, salvaguardare il valore del brand del calcio italiano e internazionale e credo che la Juve sia uno dei riferimenti importanti del calcio internazionale e nazionale. Quindi la giustizia segue il suo corso, il presidente della Federazione deve fare sintesi tra i diversi interessi, e per noi l’interesse fondamentale è recuperare in termini di credibilità quello che è un brand straordinario che è quello della Juventus».

«I tifosi della Juventus sono un po’ preoccupati? Io credo che tutti i tifosi siano un po’ preoccupati – aggiunge Gravina -, perché i tifosi della Juventus sono la maggioranza. I supporter bianconeri sono un gran numero nel panorama della tifoseria italiana. Le preoccupazioni credo che non possano riguardare quelli che sono i giudizi della Corte di Giustizia, che lascio alla loro obiettività e sensibilità».

A stretto giro di posta, il ministro Abodi ha ribadito ancora il suo pensiero sulle tempistiche del processo sportivo: «Quando il reato contestato riguarda stagioni precedenti, mi piacerebbe che quella corrente seguisse il proprio corso e che eventuali procedimenti sportivi arrivassero solo tra la fine della competizione e l’inizio di quella successiva. Tanti altri club dovrebbero continuare la competizione con delle certezze, anche se il primo tema è il rispetto del torneo e la punizione per chi sbaglia».