Saras ha chiuso il primo trimestre dell’anno con ricavi in crescita del 18% oltre quota 3,46 miliardi. Il margine operativo lordo è salito del 58% a 246,4 milioni e l’utile operativo dell’81% a 200 milioni. In crescita dell’82% a 139,1 milioni il risultato netto. Sui conti – commenta il gruppo – hanno pesato ancora una volta “le conseguenze del conflitto russo-ucraino”.
“Il pool dei distillati medi – viene spiegato – pur essendo stato nel corso del 2022 il più colpito dalla riduzione delle importazioni dalla Russia, registrando livelli senza precedenti, ha mostrato nel corso del primo trimestre del 2023 una tendenza decrescente dei prezzi e dei margini, determinato da una parte da un progressivo aumento dell’offerta dai paesi asiatici, e in particolare Cina, India e Turchia, che non hanno aderito alle sanzioni, dall’altra da un rallentamento della domanda del settore industriale registrato nei principali paesi dell’area dell’Ocse”.
A fronte di unmargine di raffinazione medio (Emc Reference Margin) del primo trimestre di 10,1 dollari al barile, Saras ne ha registrato uno di 16,2 dollari al barile, conk un premio di 6,1 dollari. Per l’intero esercizio il gruppo conferma le stime di chiudere con un “premio medio rispetto al margine di raffinazione medio compreso tra 5 e 6 dollari al barile”.
Saras inoltre lancia la trasformazione del gruppo dalla raffinazione del greggio alle energia sostenibile e punta a 1 Gw di potenza installata da rinnovabili entro il 2028. È quanto sui legge nel piano strategico approvato dal Cda, in cui viene indicato che l’obiettivo tiene conto di una serie di progetti ‘da prato verde’ in Sardegna per oltre 600 Mw a cui se ne potranno aggiungere altri sia in Sardegna che nel resto del territorio nazionale. La nuova capacità andrà ad aggiungersi all’attuale capacità installata eolica di 171 Mw e al parco fotovoltaico Helianto da 80 Mw, in corso di realizzazione e prevede il ricorso al project financing. Nel contempo Saras continuerà a rendere più efficienti le attività della raffinazione, per “mantenere la raffineria di Sarroch (Cagliari) un ‘best in class asset’ del settore”. Per farlo il gruppo punta a una “progressiva ottimizzazione della leva operativa e commerciale e degli investimenti in un processo continuo, volto a incrementare la flessibilità e la resilienza del business alla volatilità del mercato”. L’obiettivo è di perseguire un “progressivo rafforzamento e stabilità della struttura finanziaria del Gruppo”.
Sul fronte della transizione invece, oltre alla potenza di 1 Gw installata al 2028 da fonti rinnovabili, Sara intende “cogliere al meglio le opportunità offerte dalle nuove tecnologie”. Pertanto “in funzione dell’evoluzione del contesto regolatorio attuale e delle opportunità future”, la produzione di energia rinnovabile diventerà “sempre più rilevante” per ottenere una maggiore efficienza e decarbonizzazione delle attività industriali “‘hard-to-abate’ (difficili da abbattere, ndr) a lungo termine”. Inoltre, l’energia rinnovabile sarà necessaria nella produzione dei cosiddetti nuovi carburanti (e-fuels). Proprio su questo fronte Saras ha allo studio una serie di iniziative nell’ambito delle nuove energie (idrogeno verde, cattura della Co2 e biocarburanti).
I nuovi indirizzi strategici di Saras hanno obiettivi che “si inseriscono nel contesto di accelerazione globale della transizione energetica e nel percorso già avviato negli ultimi anni” dal gruppo. Lo afferma il presidente Massimo Moratti secondo il quale si tratta di obiettivi che “pongono le basi per un nuovo modello di business che andrà ad affiancare al mondo della raffinazione il settore delle rinnovabili”.
A suo avviso “il business della raffinazione deve affrontare oggi sfide sempre più complesse, che vogliamo perseguire facendo leva sulla nostra riconosciuta competitività e con l’obiettivo di rimanere uno dei punti di riferimento del mondo ‘oil’ (petrolifero, ndr), in Europa e nell’area del Mediterraneo”.
“Contemporaneamente – aggiunge Moratti – l’accelerazione nel business delle rinnovabili ci consentirà non solo di diversificare il rischio industriale, ridotto comunque dal regime di essenzialità in cui opera la centrale elettrica, ma soprattutto di creare valore sostenibile nel lungo termine”.
“La transizione energetica – conclude il presidente di Saras – è un processo pluridecennale e dobbiamo continuare ad adattarci al contesto di mercato in continua evoluzione. È partendo da questo presupposto che abbiamo identificato i nuovi progetti, ed è questo il percorso con cui vogliamo garantire un valore sempre più stabile e definito ai nostri stakeholders”.