La FIFA accoglie il ricorso di Paratici: potrà restare nel calcio

Il dirigente non sarà estromesso da ogni attività legata al calcio, ma il suo operato sarà comunque molto limitato: ecco cosa potrà fare.

Cosa può fare Paratici
Fabio Paratici (Foto: Chris Brunskill/Getty Images)

Fabio Paratici ha vinto l’appello contro il provvedimento del Comitato Disciplinare della FIFA e il modo in cui aveva esteso a livello globale, lo scorso 29 marzo, la squalifica comminatagli a gennaio dalla FIGC e confermata il 19 aprile dal Collegio di Garanzia del Coni. Lo stop di 30 mesi resta anche a livello mondiale, ma cambiano i limiti.

L’organo di governo del calcio mondiale, ricevendo le sanzioni della Federcalcio, le aveva rese più gravi, impedendo di fatto a Paratici di svolgere qualsiasi attività nel mondo del pallone, impedimento ben più pesante dei limiti impostigli dalla Federcalcio italiana. Paratici, assistito davanti alla FIFA da un team di legali composto da Paolo Lombardi, Luca Pastore e Ian Laing, potrà dunque continuare a lavorare nel mondo del calcio, seppur con mansioni ridotte  rispetto a quelle svolte sino ad oggi.

La sanzione della Federcalcio è molto precisa in quello che Paratici può e non può fare. Gli è proibito di entrare negli spogliatoi prima e dopo le partite e trattare con agenti e giocatori, ma può continuare a frequentare il campo di allenamento e svolgere «attività amministrativa nell’ambito della proprie società nonché partecipare e rappresentare, anche con diritto di voto, la propria società nelle assemblee di lega di competenza relativamente a questioni di natura patrimoniale», come si legge nel regolamento FIGC.

Paratici può inoltre avere un input sul mercato del club per cui dovesse lavorare, sempre col divieto però di rappresentare la sua squadra durante le trattative. Mansioni ovviamente ridotte, quindi, ma di certo non lo stop per quanto riguarda “ogni attività legata al calcio” che gli aveva imposto la FIFA sulla base dell’inibizione della FIGC.