Tiene banco in casa Paris Saint-Germain la questione stadio. Un po’ come sta accadendo per Milan e Inter, anche il club Campione di Francia sta cercando di capire quale sarà la sua casa del futuro. Il PSG ha l’esigenza di aumentare l’attuale capienza (l’obiettivo era portarla da 47mila a 58mila posti), ma le ultime volte che il presidente Nasser Al-Khelaifi ha affrontato la questione, ha parlato di “pressioni” per lasciare l’attuale impianto.
Da lì il club ha cominciato a guardarsi attorno e il 13 marzo – scrive Le Monde in un lungo articolo di approfondimento – ha annunciato di voler presentare domanda per l’acquisto dello Stade de France, a Saint-Denis, perché, per decisione dello Stato, sarà messo in vendita dall’estate 2025. L’impianto ha una capienza di 80mila posti e il suo prezzo, stimato in “647 milioni di euro”, secondo i conti dello Stato, è in realtà molto più basso.
I due storici stadi sono così legati da un destino comune, quello dell’incertezza. Il Parc des Princes non può sopravvivere senza un club ospite. Lo Stade de France, stadio di interesse nazionale e internazionale, non è invece mai riuscito ad attrarre inquilini fissi. In attesa di capire cosa voglia fare Parigi del Parco dei Principi, la Qatar Sports Investment ha incaricato due agenzie di perfezionare i suoi piani B.
Secondo Le Monde, è stata data priorità a quattro opzioni:
- L’acquisizione del Parco dei Principi, «la più ovvia e la più naturale», secondo i vertici del PSG;
- Lo Stade de France. Dall’inizio della primavera, i vertici del club stanno discutendo con possibili partner che possano costituire un tavolo rotondo che si qualificherebbe senza difficoltà per la seconda fase del bando;
- La costruzione di un nuovo stadio su un lotto dell’ippodromo di Saint-Cloud, nella vicina periferia ovest;
- La costruzione di un impianto su un terreno disponibile nel comune di Aubervilliers (Seine-Saint-Denis).
Queste ultime due sono le opzioni più onerose, che il club vorrebbe evitare. Il 7 marzo lo Stato ha pubblicato i due bandi di gara: uno per il rinnovo della concessione dello Stade de France, aggiudicato nel 1995 per un periodo di trent’anni a un consorzio guidato da Vinci (due terzi) e Bouygues (un terzo); l’altro per una cessione definitiva dell’impianto.
Nessuno può opporsi a una candidatura straniera, ma bisognerà comunque rispettare le condizioni di tutela previste nei bandi di gara. Viene imposto il diritto di valutare qualsiasi cambiamento a proposito del nome dello stadio, e le federazioni di calcio e rugby potranno vedere le rispettive Nazionali giocare sul prato di Saint-Denis per altri venticinque anni.
Il PSG non sarebbe tuttavia solo in questa “corsa allo stadio”. Non è sfuggito che Emmanuel Macron abbia discusso più volte con Gianni Infantino, il presidente della FIFA, durante i Mondiali. Ma secondo Le Monde un altro possibile acquirente potrebbe presentare domanda: la UEFA. Questione di prestigio e praticità: tutte le finali europee per club si svolgerebbero nello stesso luogo. La lotta per lo Stade de France è appena cominciata.