L’assemblea dei soci di Tim boccia la politica di remunerazione, uno dei punti più divisivi all’ordine del giorno dell’assise dei soci. A inizio dell’assemblea era presente, secondo quanto riportato dall’agenzia Radiocor, il 53% del capitale. Una larga fetta, pari a circa il 45%, si è astenuto sui punti riguardati la remunerazione. Aspetto particolarmente contestato da Vivendi, azionista con il 24% circa del capitale. Inoltre, l’assemblea dei soci di Tim ha bocciato anche i due candidati a sostituire il dimissionario Arnaud de Puyfontaine, ceo di Vivendi. I due candidati erano Paola Bruno, proposta da Assogestioni, e Franco Lombardi, presidente dell’Asati. Si sono astenuti riguardo alla candidata di Assogestioni, secondo quanto riportato da Radiocor, alcuni fondi esteri e la media company francese.
Uno scontro che arriva in giorni complicati per la società, visto che la vendita di Netco, la rete di TIM, è tutt’altro che cosa fatta e nell’incertezza dei tempi e dei modi dell’operazione anche la Borsa sta facendo pagare all’azienda il possibile stallo che si rifletterebbe sulla sua capacità di tagliare il debito: dopo il -8% di ieri, anche oggi il titolo perde circa il 3%.
Un crollo avvenuto dopo che Kkr e Cdp-Macquarie hanno fatto pervenire i ritocchi alle loro offerte sulla rete, 1 miliardo in più ma sempre lontani da quanto potrebbe soddisfare Vivendi o il cda. I giochi sulla rete restano aperti, il cda farà le sue prime valutazioni il 4 maggio e i tempi per individuare una soluzione potrebbero essere ancora lunghi. “Le due offerte, per quanto leggermente migliori delle precedenti, sono addirittura al di sotto della soglia ‘psicologica’ dei 20 miliardi di euro (escluso l’earnout) e quindi molto al di sotto delle aspettative di Vivendi”, osserva l’analista di Bestinver, convinto ancor più di prima che è improbabile che il cda di Tim, accetti le due offerte “riaprendo così l’intera vicenda”. “Ci aspettiamo un altro periodo interlocutorio con una situazione ancora molto fluida in termini di valutazione dell’asset, implicazioni Antitrust e questioni di governance” commentano gli analisti di Imi e si cerca un piano B, da un delisting alla cessione di altri asset (a partire da Tim Brasil, anche se finora è sempre stato negato un piano in questo senso).
Per quanto riguarda le cifre del 2022 che dovevano essere approvate oggi, tra i membri del Consiglio di Amministrazione, il più pagato è l’amministratore delegato Pietro Labriola. Labriola – che ha un compenso complessivo da oltre 3,6 milioni – si è insediato alla guida della società nel novembre del 2021, quando sostituì Luigi Gubitosi, sul cui addio pesarono anche i cattivi risultati ottenuti a seguito della partnership con DAZN nell’acquisizione dei diritti tv della Serie A.
Al secondo posto troviamo invece il presidente Salvatore Rossi, con una remunerazione complessiva pari a 600mila euro, mentre il podio è chiuso dal consigliere Paola Sapienza, nettamente staccata da Labriola e Rossi, con un compenso pari a 199mila euro.
Al secondo posto troviamo invece il presidente Salvatore Rossi, con una remunerazione complessiva pari a 600mila euro, mentre il podio è chiuso dal consigliere Paola Sapienza, nettamente staccata da Labriola e Rossi, con un compenso pari a 199mila euro.
Stipendi TIM – I compensi dei membri del CdA
Di seguito, le remunerazioni complessive dei membri del CdA di TIM:
- Pietro Labriola, AD – 3,608 milioni di euro (di cui 106mila euro come Direttore Generale)
- Salvatore Rossi, presidente – 600mila euro
- Paola Sapienza, consigliere – 199mila euro
- Federico Ferro Luzzi, consigliere – 195mila euro
- Paolo Boccardelli, consigliere – 185mila euro
- Paola Bonomo, consigliere – 185mila euro
- Massimo Sarmi, consigliere – 184mila euro
- Marella Moretti, consigliere – 175mila euro
- Ilaria Romagnoli, consigliere – 175mila euro
- Paola Camagni, consigliere – 160mila euro
- Maurizio Carli, consigliere – 160mila euro
- Cristiana Falcone, consigliere – 160mila euro
- Arnaud Roy de Puyfontaine, consigliere – 100mila euro
- Giovanni Gorno Tempini, consigliere – 100mila euro
- Franck Cadoret, consigliere – 87mila euro
- Luca De Meo, consigliere – 81mila euro
- Giulio Gallazzi, consigliere – 8mila euro
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