Esattamente come è successo all’andata, anche la sfida di ritorno dei quarti di finale di Champions League tra Napoli e Milan ha fatto discutere per l’arbitraggio. Il match è stato diretto questa volta dall’esperto Szymon Marciniak, protagonista già ai Mondiali di Qatar 2022 per aver condotto la finalissima tra Argentina e Francia, che ha visto Lionel Messi e compagni laurearsi Campioni del Mondo.
Tra gli episodi contestati della serata di ieri, ce n’è uno sul quale l’IFAB è intervenuto per fare chiarezza e per spiegare perché gli ufficiali di gara abbiano deciso correttamente. Si tratta del calcio di rigore assegnato al Milan nel primo tempo e fallito dall’attaccante francese Olivier Giroud, ipnotizzato da Meret nell’occasione, abilissimo a respingere.
Sulla respinta si è poi avventato il difensore del Napoli Juan Jesus, che ha messo il pallone in calcio d’angolo. Dalle immagini si vede che il calciatore è già in area al momento della battuta, ma il VAR ha dato il via libera alla ripresa del gioco senza fare ribattere il tiro dal dischetto. Come mai? A rispondere è intervenuto direttamente l’IFAB (International Football Association Board) con un post sulla questione.
«Se, durante un calcio di rigore, un giocatore ha una parte del corpo (piede, braccio, testa ecc.) che sporge dentro l’area di rigore ma non tocca il suolo, si tratta di invasione?», scrive l’associazione. La risposta è “no”, perché la posizione sanzionabile del calciatore è «determinata solo dalla parte o dalle parti del corpo che toccano il terreno». Nel caso di Juan Jesus il piede era sì all’interno dell’area di rigore, ma essendo il calciatore in fase di spunto per correre verso il pallone, l’arto non toccava il terreno di gioco.