Sulla possibilità di utilizzare i fondi del Pnrr per finanziare la ristrutturazione dello stadio Franchi a Firenze ci sono ancora alcuni piccoli spiragli, mentre per quanto riguarda quello di Venezia non c’è possibilità di rientrare tra i progetti finanziabili con i fondi europei. Questa – scrive La Stampa – sembra essere la linea prevalente a Bruxelles, dove comunque restano forti dubbi anche sul progetto relativo all’Artemio Franchi.
In sintesi: per Venezia è no, per Firenze è più no che sì. Nel caso in cui il governo non riuscisse a convincere la Commissione europea sugli stadi, entro fine mese bisognerà stralciare i progetti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Questo permetterà di sbloccare il resto della rata (che in totale vale 19 miliardi di euro), ma imporrà all’esecutivo e alle amministrazioni locali coinvolte di trovare altre fonti di finanziamento per portare avanti i progetti bocciati.
La quota del Pnrr destinata allo stadio di Firenze vale 55 milioni di euro (su un costo totale di circa 200), mentre quella per Venezia 93,5 milioni (su oltre 300). L’Italia non perderà in automatico quei soldi, ma per salvarli bisognerà trovare progetti alternativi validi in tempi molto stretti. Per il “Bosco dello sport” di Venezia gli ostacoli principali sono due.
Da un lato c’è il fatto che la zona sulla quale sorgerà l’opera non viene considerata come “area urbana degradata” da rigenerare. Il secondo ostacolo è che il palazzetto dello sport verrà costruito con l’obiettivo di ospitare le partite della squadra di basket “Reyer”, il cui proprietario è il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. Un evidente conflitto d’interessi che la Commissione europea non vuole e non può avallare.
Per Firenze il discorso è diverso. Il progetto dello stadio è inserito nell’area Campo di Marte, che ha un “indice di vulnerabilità sociale e materiale” tale da poter rendere l’intervento compatibile con l’obiettivo di rigenerazione di un’area urbana metropolitana degradata. C’è però un ostacolo che continua a far storcere più di un naso: l’intervento finirà per avvantaggiare una società professionistica privata – la Fiorentina, alla quale lo stadio verrà dato in concessione – e questo potrebbe essere in contrasto con le norme dell’Unione europea sulla concorrenza e sugli aiuti di Stato.