Samaja (Lazard): «Sostenibilità fondamentale per valutare club»

“Non esiste una ricetta perfetta per la valutazione dei club. Intanto parto con il dire che in questa stagione i club italiani stanno facendo miracoli, considerando dal punto di vista…

February 16, 2023, Brazil. In this photo illustration the Lazard logo seen displayed on a smartphone.
Il logo di Lazard (Image credit: Depositphotos)

“Non esiste una ricetta perfetta per la valutazione dei club. Intanto parto con il dire che in questa stagione i club italiani stanno facendo miracoli, considerando dal punto di vista economico la differenza con l’estero, ma ad esempio i grandi club inglesi hanno dimostrato di non essere all’altezza dei nostri manager. Basta guardare quanto speso dal Chelsea senza riuscire ad ottenere nulla. C’è anche una questione di capacità straordinaria dei manager italiani, i diritti tv sono un terzo rispetto a coloro con cui bisogna confrontarsi ma hanno ottenuto risultati straordinari”. Lo ha detto amministratore delegato di Lazard Italia, Marco Samaja, intervenuto durante l’evento “Merger & Acquisition Summit 2023” organizzato dal Sole 24 Ore.

“Tornando al tema delle valutazioni, le operazioni recenti più significative sono quelle di SilverLake con il Manchester City, ma va detto che è ormai una entertainment company che non riguarda solo il calcio, e il Chelsea che è stato pagato cinque volte il suo fatturato. Oggi è da difficile da dire come trovare la corretta valutazione di un club: ad esempio il Milan è stato valutato nel passaggio a RedBird quattro volte i suoi ricavi, quando vendemmo lo stesso Milan per Berlusconi a Yonghong Li era stato valutato tre volte il fatturato così come l’Inter di Moratti nella cessione a Thohir”, ha proseguito Samaja, numero uno di Lazard che in Italia tra le altre operazioni è in corsa per diventare advisor della Lega Serie A sull’operazione con i fondi (come anticipato da Calcio e Finanza) ed è advisor per la Sampdoria.

“Difficile da definire una valutazione, c’è molto di intangibile. Oggi ad esempio derifva molto dalla popolarità del singolo brand ma soprattutto dalla sostenibilità finanziaria, che è diventato un tema fondamentale. Se sei in grado di autofinanziarti e non chiedere soldi alle banche, riesci a ottenere una valutazione maggiore. Se sei indebitato la valutazione inferiore, oggi gli investitori ragionano più con il portafoglio che con il cuore”.

“Per quanto riguarda i possibili investitori, il lato dei Paesi del Golfo ha tanta liquidità e usa il calcio come modo per farsi conoscere e andare oltre il discorso dei diritti umani. Oggi nel golfo hanno squadre come Manchester City, Newcastle e Psg, la loro idea è di sviluppare il modello holding stile City con il Palermo. Il limite è che difficilmente guarderanno a squadre che possono ambire alla Champions”.

“L’altro flusso è gli USA, investitori più istituzionali, che vedono un grande potenziale di crescita in Italia. Il fenomeno calcio negli USA sta crescendo tantissimo, poi però vengono in Italia e si scontrano con la burocrazia, dobbiamo essere bravi a creare una situazione per favorire loro arrivo. L’italianità poi piace molto, tanto che diversi hanno investito anche in squadre di Serie B”, ha concluso.

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