Juventus, la Procura di Torino ora indaga anche sul bilancio 2022

L’indagine sui conti della Juventus, con al centro l’individuazione di plusvalenze “gonfiate” per far quadrare in conti bianconeri si allarga e fa finire sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti…

Juventus ricorso dirigenti
Da sinistra, Agnelli, Nedved, Arrivabene e Cherubini (Photo by MARCO BERTORELLO/AFP via Getty Images)

L’indagine sui conti della Juventus, con al centro l’individuazione di plusvalenze “gonfiate” per far quadrare in conti bianconeri si allarga e fa finire sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti anche l’ultimo bilancio, quello del 2022.

Come riporta l’edizione odierna del La Gazzetta dello Sport, da una nota della Guardia di Finanzia, riportata nel febbraio scorso in merito all’inchiesta Prisma che indaga sui conti della Juve dal 2019 al 2021, gli effetti delle operazioni concluse con altre società, fra cui Cagliari, Udinese, Bologna, Atalanta, Sassuolo, Sampdoria e Sion, avrebbero ripercussioni anche sul bilancio 2022 juventino.

La società bianconera avrebbe omesso di rilevare nei rispettivi bilanci diverse passività, tra cui gli 8 milioni di euro di debito con l’Atalanta e altri 8 con il Sassuolo. Le prove di questo, sarebbero state raccolte nei documenti acquisiti dall’aggiunto procuratore Marco Gianoglio e dal pm Mario Bendoni dopo la chiusura delle indagini preliminari. Proprio per questo motivo, è stato aperto un fascicolo senza ipotesi di reato e senza indagati.

La nota della Guardia di Finanza riporterebbe: «agli impegni (non depositati) assunti nei confronti dell’Atalanta e del Sassuolo — scrivono i militari del nucleo di polizia economico finanziaria di Torino, come si legge sul Corriere-Torinosi ritiene che la società avrebbe omesso di rilevare nei relativi bilanci le seguenti passività: 8 milioni di euro per effetto del debito con l’Atalanta nel bilancio al 30 giugno 2021 (e poi in quello a 30 giugno 2022); altri 8 milioni per effetto del debito con il Sassuolo derivante dalla prelazione sul diritto di Traoré, nel bilancio al 30 giugno 2020 (e poi in quello chiuso al 30 giugno 2021)».

In mano agli investigatori ci sarebbe anche un altro documento, acquisito negli uffici di Deloitte, revisore dei conti della Juve: un memorandum, datato 2 settembre 2020, che riporta le firme di Fabio Paratisi e di Luca Percassi, amministratore delegato dell’Atalanta. Un documento che, secondo gli investigatori, aggiornerebbe il primo memorandum, del 25 giugno 2020. Era «allegato a una mail del 14 dicembre 2022, trasmessa alla società di revisione da Stefano Cerrato (manager del club e imputato ndr) a suo volta dallo stesso ricevuta, in riscontro a una richiesta di chiarimenti, dall’Atalanta».

Nella corrispondenza, in mano agli inquirenti, si parla «dell’esistenza di un credito di euro 3 milioni (al 31 marzo 2022) per “fatture da emettere” nei confronti di Juventus». Nella stessa mail, il club bianconero definiva il memorandum «giuridicamente inefficace», l’opposto di ciò che pensano gli inquirenti.

Anche perché come si legge nella nota redatta dalla Guardia di Finanza: «l’esistenza di debiti verso l’Atalanta non rilevati nei bilanci (per circa 6/7 milioni) è stata confermata anche dal ds Cherubini», davanti ai pm. Alla fine di 70 pagine, arrivano così le conclusioni: «Gli approfondimenti farebbero emergere l’esistenza di accordi/scritture private/memorandum relativi a diritti di opzione non depositati stipulati tra la Juve e Cagliari, Udinese, Bologna, Atalanta, Sassuolo, Sampdoria, Olympique des Alpes (Sion)». Accordi che, «ai sensi delle norme federali e, soprattutto, del principio contabile internazionale Ifrs 15, potrebbero portare quantomeno a rettificare alcune delle plusvalenze registrate nel bilancio al 30 giugno 2019». Nello specifico, si tratta di «32.788.000 euro su un totale di 127.053.000».