Torna Napoli-Milan e per Silvio Berlusconi, oggi patron del Monza, impossibile rimandare la mente al 1° maggio 1988. Quel giorno il Milan «superando quel Napoli fortissimo, […] vinse di fatto il suo primo scudetto. Il primo trofeo di un’epopea senza uguali – condotta con uno straordinario dirigente e un vero amico come Adriano Galliani -, un’epopea che fece del Milan la squadra più titolata al mondo e che fa di me tuttora il Presidente di Club che ha vinto più titoli nella storia del calcio mondiale».
Racconta così proprio Berlusconi in una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport: «Secondo la FIFA, quel Milan di Arrigo Sacchi ha giocato il più bel calcio della storia. In realtà è difficile dirlo, ma certamente l’emozione di veder giocare quella squadra, in partite come quel Napoli-Milan, era ineguagliabile. Sono contento che mio padre, che mi aveva condotto per mano, fin da bambino, a gioire e soffrire per il Milan, quel giorno ci fosse ancora», ha aggiunto l’ex Premier.
Poi, un salto ai giorni nostri e un commento sul Napoli di Spalletti e i suoi calciatori: «Giocatori come Kvaratskhelia oppure Osimhen ben figurerebbero in qualunque squadra al mondo. In questo senso l’infortunio di Osimhen è davvero un peccato: toglie alla sfida con il Milan un elemento di grande fascino. In ogni caso, oggi il Napoli è davvero una grande squadra, una delle migliori in Europa, sta dominando il campionato con assoluto merito e per il Milan sarà un avversario durissimo».
Non manca una battuta su Ibrahimovic: «Zlatan Ibrahimovic è un grande campione, ha un carattere e una forza mentale che sono inarrivabili. Cosa gli consiglio? So che ha ancora tanta voglia di giocare: solo lui può decidere fino a quando. Penso che la sua personalità sia importantissima in campo e nello spogliatoio. Per il futuro, io sono sicuro che nel mondo del calcio continuerà a ricoprire ruoli importanti: ha l’intelligenza e il carisma necessario per riuscire bene qualunque cosa decida di fare. Il suo know-how sarà prezioso come allenatore o come dirigente».
Come proprietario di un club di Serie A, Berlusconi dice la sua sullo stato di salute del calcio italiano: «Il gap che si è creato rispetto alle squadre inglesi, tedesche, spagnole, è difficile da colmare nella situazione attuale. Quest’anno in realtà ci sono indizi confortanti: la presenza di sei squadre italiane nei quarti di finale delle coppe europee, fra le quali tre in Champions, è un segnale di ripresa della qualità del nostro calcio. Però le nostre squadre scontano due handicap».
«Il primo sono gli stadi, obsoleti, scomodi, nella maggior parte dei casi con cattiva visibilità per colpa della pista di atletica. Questo scoraggia il pubblico e riduce i ricavi. Il secondo tema, ancora più importante, sono i diritti televisivi. Senza adeguate risorse che vengano da quella che oggi è una essenziale fonte di finanziamento, è davvero difficile costruire squadre competitive», ha concluso.