Alla fine 2022 Antonio Percassi con la sua holding Odissea ha rilevato il 38% delle quote di Kiko in mano al fondo Peninsula grazie a un finanziamento di 115 milioni di euro concesso da Intesa Sanpaolo e Banco Bpm, come rivelano alcuni atti depositati negli ultimi giorni.
In questi documenti, come riporta l’edizione odierna di MF-Milano e Finanza, viene riportato come Kiko chiuda il bilancio 2022 con ricavi pari a 612,5 milioni di euro, un margine operativo lordo di 60 milioni di euro e un utile netto di 3,6 milioni. L’azienda ritiene inoltre di poter traguardare nel 2025 vendite complessive per 737,6 milioni, un ebitda di 100 milioni e un risultato netto di 47,5 milioni.
Il finanziamento, che ha scadenza nel novembre 2024, con cui Odissea ha rilevato le quote di Peninsula ha portato Intesa San Paolo e Banco Bpm ad avere in pegno proprio quel 38% che i Percassi hanno rilevato dal fondo. La famiglia bergamasca possiede, se si contano anche le quote in pegno alle due banche, l’89,7% di Kiko fra l’holding italiana Odissea, che ha passato il 51,7% a Itaca (sempre dei Percassi), e quella lussemburghese Sagittarius 75.
L’accordo fra i Percassi e le due banche prevede un tasso Euribor a 6 mesi a cui viene aggiunto uno spread di 425 punti base ogni anno. Nei documenti si riporta anche il valore complessivo di Kiko: quando Odissea ha apportato in Itaca il suo 51,7%, la quota di maggioranza veniva valutata 282,5 milioni sulla base del metodo finanziario unlevered stabilendo un enterprise value di 756,3 milioni e un equity value di 559,2 milioni, cifre che salgono rispettivamente a 890,4 e 693,3 milioni applicando il metodo dei multipli di borsa sulla base di cinque competitor quotati (Coty, Estée Lauder, L’Oréal, Lvmh, Natura & Co).