Con un’offerta da 10 milioni di euro a pochi minuti dalla mezzanotte del 31 dicembre 2021, Danilo Iervolino, nominato ufficialmente presidente il 13 gennaio 2022, ha permesso alla Salernitana di poter continuare a disputare quel campionato di Serie A, centrando la salvezza, e giocare così nella massima serie anche in questa stagione. L’imprenditore campano si è impegnato a rinforzare la rosa e ora si gode una squadra che, fra alti e bassi, sta disputando un campionato di tutto rispetto.
Nonostante l’entrata in scena in Serie A da poco più di un anno, Iervolino ha le idee chiare sul cammino che vuole intraprendere con la propria società, come rivela al forum organizzato nella redazione del Mattino, senza dimenticare un cambiamento necessario in generale nel sistema calcio italiano: «La politica di rigore è obbligatoria. Altrimenti cadono tutti. Anche i grandi club. È necessario, quasi indispensabile, un equilibrio finanziario. Lo dice chi come me ha messo già oltre 50 milioni di capitale nella Salernitana. Io farò sempre gli interessi delle piccole, della Salernitana e dei salernitani. Non mi piegherò mai».
Sulle assemblee in Lega: «Va rimodulata nella metodologia. C’è bisogno di un consiglio più forte con piene deleghe. Bisogna affrontare i problemi scindendo quelli del calendario e delle partite, da quelli dei diritti del market, dell’approccio al mercato e di tutte quelle che sono le attività commerciali. Ho espresso adesione totale nel prendere in considerazione gli investimenti di un fondo qualsiasi che prenda i diritti televisivi per tanti ordini di motivi: se non siamo capaci, affidiamoci a chi lo fa di mestiere. Se in mano a noi i diritti valgono dieci, in mano ad altri valgono venti: questo significa che non valorizziamo sufficientemente il prodotto. Io sono favorevole perché bisogna mettere in sicurezza il calcio italiano. I 2-3 miliardi tra equity dei fondi ed il debito che si potrebbe contrarre metterebbero completamente i conti a posto».
Iervolino ha chiaro anche perché non si è ancora arrivati a un accordo sull’argomento: «Qualcuno non ne ha capito le potenzialità. E forse anche perché la divisione di quel danaro non sarebbe correlata alla legge Melandri, ma avrebbe una proporzionalità ed una distribuzione più equa. Probabilmente è questo il problema, perché il tesoretto non sarebbe più proporzionato alla legge Melandri. Allora diciamolo a chiare lettere. Ma c’è di più. In Italia tra l’ultima in classifica e la prima sui diritti c’è una differenza triplicata in favore delle grandi. E questa è una cosa vergognosa quando i costi della Lega sono invece proporzionati per tutti i club. Nel calcio inglese la differenza tra l’ultima e la prima è di 1,8 milioni».
Sul modello da seguire: «Il primo passo sarebbe avvicinarsi a quello presente in Spagna. La Premier sarebbe già un passo ulteriore. Venerdì prossimo (il 31 è prevista una nuova Assemblea di Lega, ndr) andrò personalmente in Lega per discutere di questa cosa. Penso che è un’occasione ghiotta per salvare e rilanciare il calcio Italiano».
Tornando alla sua Salernitana: «Sono ambizioso, guardo sempre in alto anche perché la Salernitana ha una tifoseria leggendaria e rispetto all’ampiezza demografica della città è la prima tifoseria al mondo. Si possono fare grandi cose, ma si fanno con la progettualità, altrimenti prendi un grande giocatore, spendi i soldi lo bruci, poi bruci il secondo anno e il terzo bruci ma perché ho finito i soldi».
Sul campionato e l’obiettivo salvezza: «Sarà decisiva la giornata di domenica. E non solo il nostro impegno a La Spezia. Credo comunque che intorno ai 33-35 punti si potrebbe farcela. Mister Sousa? Un profilo internazionale che ha dato un gioco corale, ridando energia ed emozioni. Un sogno? Quello di trovare giovani talenti. Un po’ come fatto dal Napoli con Kvaratskhelia: i complimenti a De Laurentiis per aver scovato un campione assoluto, il migliore al mondo, pagato a cifre abbordabili per tutti. Non certo 100 milioni di euro».