«La Reggina ha ricevuto il prevedibile atto di deferimento relativo alle scadenze dello scorso 16 febbraio. Siamo fiduciosi che potremo dimostrare la correttezza del percorso intrapreso già davanti al Tribunale Federale Nazionale della FIGC. Continuiamo a operare nel rispetto delle regole per garantire la solidità della società e la trasparenza dello sport».
Con questa nota il club calabrese ha annunciato il deferimento per inadempienze amministrative e contabili. Il proprietario Felice Saladini aveva deciso di ristrutturare lo scorso dicembre il debito ereditato al momento di rilevare il titolo sportivo e la società dal Tribunale di Reggio Calabria. Evitato un disastroso fallimento e salvata la Serie B.
La spinta per la richiesta di ristrutturazione del debito – prossimo a 13 milioni di euro – era arrivata a causa dell’insorgere continuo di nuovi creditori. Il Tribunale aveva così nominato un Commissario che sta controllando l’attuale gestione. I problemi sono sorti quando si è trattato di fare fronte a spese non ritenute funzionali alla continuità d’impresa secondo la legge che regolamenta le crisi aziendali.
Così, è stato possibile pagare gli stipendi dei calciatori (tranne quelli di alcuni elementi trasferitisi durante il mercato di gennaio), ma non versare i contributi previdenziali e le ritenute Irpef sugli emolumenti. La società ha chiesto per ben due volte di essere autorizzata ad effettuare tali versamenti, ma il Tribunale per due volte ha negato questa spesa.
Il mancato rispetto dei termini perentori stabiliti dalle NOIF (Norme Organizzative Interne Federali) ha fatto inevitabilmente scattare prima l’accertamento Covisoc e poi il deferimento che certamente sarà seguito da una nuova misura analoga dato che anche il termine del 16 marzo non è stato rispettato. Ora la Reggina rischia ben 4 punti di penalizzazione.