Un iter burocratico complesso attende il Milan nel suo obiettivo di realizzare il nuovo stadio nell’area dell’Ippodromo La Maura. Una corsa a ostacoli, come spiega la Gazzetta dello Sport, in cui il rischio è che le tempistiche si possano allungare.
Nel recente incontro con il sindaco di Milano Giuseppe Sala, il club rossonero ha confermato ufficialmente la volontà di abbandonare il progetto con l’Inter per il nuovo San Siro, dirigendosi verso l’area di La Maura: la richiesta del primo cittadino è stata quella di verificare, nel giro di tre settimane, la fattibilità del progetto. Una tempistica non vincolante, ma la risposta non potrà arrivare troppo oltre questa data.
Il tema è che sono diversi i nodi intorno all’area attualmente occupata dall’ippodromo. Non solo la posizione dei cittadini (è prevista per il prossimo 19 marzo una manifestazione di protesta), ma anche tematiche burocratiche. Sono diversi i soggetti da mettere d’accordo, a partire dal tema dell’ente autonomo di diritto pubblico che gestirà l’area del Parco Sud. Una legge regionale approvata ll scorso dicembre prevede infatti la costituzione di un nuovo ente autonomo di diritto pubblico che rileverà la gestione del Parco in carico attualmente alla Città Metropolitana: servirà un anno affinché si costituisca, qualche altro mese perché sia operativo e poi servirà anche modificare il piano di coordinamento territoriale del parco ovvero a stabilire nuove regole edilizie all’interno del Parco Sud. E qualcuno dice che le tempistiche potrebbero arrivare fino a tre anni.
Le interlocuzioni avviate dal Milan con Comune e Regione però portano a pensare che il club rossonero possa cercare di accorciare le tempistiche sfruttando lo strumento legislativo dell’accordo di programma: una pratica che sarebbe messa in moto da Fontana per superare i vincoli paesaggistici e urbanistici, anche se servirebbe un accordo tra tutti gli enti pubblici (Regione, Città Metropolitana, Comune di Milano, Ente Parco Sud) e la proprietà dell’area de La Maura, al momento sempre di Snaitech anche se in trattativa per cederlo. Potrebbero comunque volerci mesi, anche alla luce delle procedure amministrative e delle attuali opposizioni politiche e non solo. L’Ente Parco, al momento, infatti non sarebbe entusiasta di vedere modificata una parte del proprio terreno per realizzare non solo lo stadio ma anche parcheggi e viabilità necessaria.
Tutti temi che il Milan punta a sciogliere valutando il piano di fattibilità del progetto, oltre alle eventuali reazioni. Motivo per cui i rossoneri comunque si tengono aperte anche le soluzioni alternative a San Donato e a Sesto San Giovanni, considerando tuttavia ad oggi la priorità all’area La Maura.