Domenica prossima, prima della sfida della Roma contro il Verona, allo stadio Olimpico andrà in scena l’As Roma Business Club Crypto Summit. Un incontro in cui tra i protagonisti ci sarà anche Daniele Mensi, Managing Director di DigitalBits, sponsor di maglia del club giallorosso dall’estate 2021.
Tra il brand di criptovalute e la società capitolina, infatti, al momento non sono segnalati problemi per quanto riguarda i pagamenti. A differenza, invece, di quanto avviene con l’Inter, di cui DigitalBits è main sponsor dal luglio 2022. Il club nerazzurro non ha ancora ricevuto alcun pagamento da parte della società fondata da Al Burgio: al momento infatti nelle casse nerazzurre continuano a mancare 17,6 milioni non pagati da parte di DigitalBits che, dopo aver versato 5,1 milioni per la stagione 2021/22, non ha versato 1,6 milioni come bonus per la passata annata e i primi due pagamenti nella nuova stagione per 16 milioni. Mancati versamenti che hanno portato alla decisione di oscurare DigitalBits dai led a bordocampo, dai contenuti digital e sul sito oltre che sulle maglie della squadra femminile e della squadra primavera.
In tanti negli ultimi mesi si sono chiesti quali siano le differenze tra la Roma e l’Inter, ovverosia perché i giallorossi finora non hanno avuto problemi (tanto da invitare Mensi come speaker all’evento di cui sopra) al contrario dei nerazzurri.
Una delle risposte risiederebbe innanzitutto nelle cifre: il club giallorosso ha firmato un accordo da 35 milioni complessivi nel triennio dal 2021/22 al 2023/24, mentre l’Inter come main sponsor ha un contratto da 80 milioni per le stagioni dal 2022/23 al 2024/25. Pertanto l’impegno con il club milanese è molto più pesante da sostenere anche alla luce delle difficoltà dell’intero settore delle criptovalute negli ultimi mesi.
Non solo, però. Come appreso da Calcio e Finanza, infatti, un’altra grande differenza nei due casi è legata alle tempistiche di pagamento. Il contratto tra la Roma e DigitalBits prevede infatti un importo a salire con un ultimo gradino particolarmente alto legato alla stagione 2023/24: si è partiti infatti con circa 6 milioni complessivi nella prima stagione, mentre l’ultimo anno di contratto prevederà valori nettamente più alti rispetto alla precedenti due. Anche l’accordo tra l’Inter e il brand cripto è a salire, ma con differenze inferiori: si parla infatti di tre anni di contratto rispettivamente da 23, 27 e 30 milioni di euro.
Per evitare così potenziali problemi nel corso dell’ultimo anno di contratto come sta avvenendo con l’Inter ma anche come il caso legato all’Atletico Madrid (il cui sponsor di maglia WhaleFin, attivo nel settore delle criptovalute, è pronto a terminare in anticipo il contratto da 40 milioni annui), come appreso da Calcio e Finanza il management della Roma, da buona prassi dirigenziale si sta già guardando intorno per non trovarsi impreparato nel caso in cui la scelta sia, alla fine, quella di interrompere l’accordo con DigitalBits con un anno di anticipo. Un nome come possibile sostituto della società di criptovalute sulla maglia giallorossa è già emerso nei tam tam del settore: si parla infatti di Toyota.
Il brand giapponese è già approdato sulle maglie della Roma, ma quelle di allenamento: un accordo che era nell’aria dal primo giorno in cui Dan Friedkin decise di acquistare il club giallorosso. Il patron statunitense della Roma è infattti il più grande distributore Toyota negli States (con 154 concessionari in tutto) e rappresenta quasi il 15% delle vendite totali sul mercato USA del brand. Nel caso in cui la società giallorossa scelga così di interrompere in anticipo l’accordo con DigitalBits, l’opzione Toyota non può che quindi essere in prima fila.