Il business del Sei Nazioni: per la Federugby vale il 40% dei ricavi

ARTICOLO DI CALCIO E FINANZA PUBBLICATO SU IL FOGLIO SPORTIVO

La stagione del grande rugby è pronta a partire. Prende il via infatti la 24ª edizione Sei Nazioni (129ª considerando anche le…

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Ange Capuozzo (Photo by Mike Hewitt/Getty Images)

ARTICOLO DI CALCIO E FINANZA PUBBLICATO SU IL FOGLIO SPORTIVO

La stagione del grande rugby è pronta a partire. Prende il via infatti la 24ª edizione Sei Nazioni (129ª considerando anche le edizioni dell’Home Championship e del Cinque Nazioni), che vedrà scendere in campo l’Italia contro Francia, Galles, Inghilterra, Irland e Scozia. Un torneo che, dopo gli anni difficili per il Covid e grazie all’ingresso del fondo CVC, punta a riprendersi il suo spazio anche a livello economico in Europa.

Un torneo soprattutto che è fondamentale per le casse delle varie federazioni, a partire da quella italiana. La Federugby, infatti, incassa ogni anno intorno ai 20 milioni di euro grazie alla partecipazione al Sei Nazioni, con un impatto pari a circa il 40% sul fatturato complessivo: nel bilancio 2020 (ultimi dati consuntivi pubblicati), nonostante il Covid che costrinse le ultime gare a disputarsi a porte chiuse, la FIR ha registrato 18,3 milioni di ricavi dalla partecipazione al Sei Nazioni su un totale di 48 milioni di fatturato, con un impatto quindi del 37,5%.

Nel 2021, grazie all’ingresso nella società che organizza il torneo di CVC (ha acquistato il 14%), la Federugby ha chiuso il bilancio con un utile di 17 milioni e ricavi per quasi 74 milioni, spinti dalla fetta appunto garantita dal fondo britannitco.

Tuttavia, la distanza economica tra l’Italia e le altre federazioni  rimane importante. Guardando ai dati del 2020, infatti, la FIR resta l’ultima in termini di ricavi: l’Inghilterra domina con 190 milioni di euro di ricavi, seguita da Francia (95 milioni), Galles (90 milioni), Irlanda (77 milioni) e Scozia (62 milioni).

Non si tratta solo di impatto sui conti delle singole nazionali, però, perché il Sei Nazioni ha un peso rilevante anche in termini di indotto. Basti pensare che nell’edizione 2019, ultima disputata con gli stadi al completo prima di quest’anno, la media spettatori era stata di 65mila tifosi a partita, tra le più alte a livello sportivo mondiale. A Roma, come spiegato nei giorni scorsi dall’Assessore al Turismo, Sport e Grandi Eventi Alessandro Onorato, l’indotto varia tra i 27 e i 37 milioni di euro.