George Weah si ricandida a presidente della Liberia

Il presidente della Liberia ed ex stella del calcio internazionale George Weah ha annunciato nella giornata di ieri che si sarebbe candidato nuovamente per il ruolo che ricopre dal 2018….

George Weah presidente Liberia
George Weah

Il presidente della Liberia ed ex stella del calcio internazionale George Weah ha annunciato nella giornata di ieri che si sarebbe candidato nuovamente per il ruolo che ricopre dal 2018. L’annuncio arriva tra le crescenti critiche nei confronti di Weah, accusato di non essere vicino alla popolazione del Paese, che deve far fronte all’aumento dei prezzi e alla carenza di cibo.

«Miei concittadini, verrò presto da voi per chiedervi di rinnovare […] per la seconda volta il mandato che mi avete dato sei anni fa», ha detto Weah nel suo discorso annuale alla Nazione. Le elezioni del nuovo presidente – scrive l’agenzia di stampa francese AFP – sono previste per il prossimo 10 ottobre 2023.

Il leader 56enne è stato assente dalla Liberia per più di un mese alla fine dell’anno scorso, suscitando parecchie critiche. Prima è andato all’estero alla fine del mese di ottobre per una serie di incontri politici in numerosi Paesi e successivamente si è spostato in Qatar per vedere all’opera suo figlio, come rappresentante degli USA durante i Mondiali 2022.

Weah non si è visto fino al 18 dicembre nella sua terra natale, dove le persone hanno dovuto combattere con l’aumento dei prezzi e la carenza di beni di prima necessità. Il giorno prima diverse centinaia di liberiani avevano manifestato pacificamente all’appello dell’opposizione che denunciava l’incompetenza ma anche l’indifferenza di Weah nei confronti della situazione.

La lotta alla corruzione era stata una delle principali promesse elettorali di Weah, ma a settembre l’uomo ha accettato le dimissioni di tre stretti alleati dopo che gli Stati Uniti li avevano accusati di corruzione. Weah aveva inizialmente sospeso gli uomini dai loro ruoli dopo che Washington aveva imposto loro sanzioni per accuse legate a contratti multimilionari e almeno 1,5 milioni di dollari in distrazione di fondi pubblici.