Comune ristrutturazione San Siro – Il tema del nuovo San Siro continua a tenere banco, soprattutto in vista delle elezioni regionali in Lombardia che si svolgeranno tra domenica 12 e lunedì 13 febbraio. La situazione attuale vede Comune e Governo intenti a passarsi la patata bollente con continuità, tanto che la questione ha assunto una rilevanza nazionale.
A proposito del progetto stadio e, nello specifico, del Meazza, in questi giorni è stato pubblicato il Dossier conclusivo del Comune di Milano realizzato al termine del Dibattito Pubblico. Tra le pieghe del documento emerge abbastanza chiaramente un “no” dell’amministrazione comunale alla ristrutturazione dell’impianto attuale, definita da una serie di risposte alle più variegate proposte di restyling presentate negli ultimi anni da una serie di studi di architettura.
Comune ristrutturazione San Siro – La proposta di JM Architecture
A cominciare dalla proposta presentata da JM Architecture (studio fondato da Jacopo Mascheroni nel 2005), «l’ipotesi progettuale proposta non possiede la definizione di uno Studio di fattibilità e, quindi, non contiene una stima dettagliata dei costi, elemento fondamentale per effettuare delle valutazioni su quanto proposto. L’ipotesi non è, quindi, comparabile al PFTE presentato dalle Società proponenti, ed oggetto del Dibattito, relativamente agli aspetti di miglioramento prestazionale dello stadio, al contenimento dei costi ed alla possibilità di dare continuità all’attività calcistica delle due squadre, durante i lunghi cantieri che sarebbero per la ristrutturazione dello stadio Meazza».
«Il quaderno descrittivo dell’ipotesi progettuale, fra le altre cose, non riporta le caratteristiche tecniche dello stadio San Siro “ristrutturato” ed, in particolare, non fa cenno alle problematiche attualmente presenti sul tema degli impatti acustici e del sistema di accessibilità alla struttura e, quindi, alle deroghe di cui ora beneficia la struttura esistente. Non è specificato, inoltre, chi sosterrà i costi dell’intera operazione», si legge ancora nel documento.
«Mentre è pur vero che la c.d. Legge Stadi esprime una sorta di preferenza per il recupero degli impianti esistenti è altrettanto vero che le disposizioni in essa contenute riconducono lo schema procedimentale allo specifico (e speciale) istituto del Progetto di Finanza (Project Financing), con la conseguenza che l’Amministrazione aggiudicatrice non può in alcun modo prescindere dai contenuti espressi nella proposta presentata dal privato; in aggiunta la volontà delle Società proponenti di creare un nuovo stadio innovativo ed un museo del calcio in un ambito nuovo e rigenerato come il distretto sportivo proposto è sicuramente di interesse anche in termini di visibilità e attrattività della Città stessa e della sua volontà di crescita e di innovarsi», conclude il Comune.
Comune ristrutturazione San Siro – I piani di Aceti e Magistretti
Si passa poi alla proposta di Riccardo Aceti e Nicola Magistretti. In questo caso, «l’ipotesi progettuale di ristrutturazione non possiede la definizione di uno Studio di fattibilità e non contiene una stima dettagliata dei costi, né un business-plan dell’intera operazione, elementi fondamentali per effettuare delle valutazioni su quanto proposto rispetto a quanto asserito nella stessa presentazione. L’ipotesi non è, quindi, comparabile rispetto al PFTE presentato dalle Società proponenti, ed oggetto del Dibattito, relativamente agli aspetti di miglioramento prestazionale dello stadio, al contenimento dei costi ed alla possibilità di dare continuità all’attività calcistica delle due squadre, durante i lunghi cantieri che sarebbero necessari per la ristrutturazione dello stadio Meazza, stimati in circa 3 anni».
Anche in questo caso, «il quaderno presentato, fra le altre cose, non riporta le caratteristiche tecniche dello stadio San Siro “ristrutturato” ed, in particolare, non fa cenno alle problematiche attualmente presenti sul tema degli impatti acustici ed dell sistema di accessibilità alla struttura e, quindi, alle deroghe di cui ora beneficia la struttura esistente. Non sono, inoltre, chiare le funzioni accessorie che si intende insediare ne la loro quantificazione, a parità di costi del comparto plurivalente della proposta delle Società, né chi sosterrà i costi dell’intera operazione. Il caso richiamato del progetto di ristrutturazione dello stadio Bernabeu a Madrid non rappresenta un esempio appropriato, dal momento che nel suddetto impianto gioca una sola squadra di livello internazionale, mentre a San Siro bisognerebbe coordinare le partite sia del Milan che dell’Inter».
«Corre l’obbligo, inoltre, di ricordare che i costi sostenuti dal Real Madrid per la ristrutturazione del Bernabeu sono nel corso degli anni raddoppiati rispetto a quanto preventivato, arrivando oramai ad oltre 800 milioni al fine di garantire uno stadio innovativo e all’avanguardia dei più recenti realizzati in Europa. Si ricorda, infine, – come già sopra evidenziato per la proposta di JM Studio – che seppur la c.d. Legge Stadi esprime una sorta di preferenza per il recupero degli impianti esistenti, è altrettanto vero che le disposizioni in essa contenute riconducono lo schema procedimentale allo specifico (e speciale) istituto del Progetto di Finanza (Project Financing), con la conseguenza che l’Amministrazione aggiudicatrice non può in alcun modo prescindere dai contenuti espressi nella proposta del privato; in aggiunta, la volontà delle Società proopnenti di creare un nuovo stadio innovativo ed un museo del calcio in un ambito nuovo e rigenerato come il distretto sportivo proposto è, quindi, sicuramente di interesse dell’Amministrazione anche in termini di visibilità e attrattività della Città stessa e della sua volontà di crescita e di innovarsi», spiega anche in questo caso il Comune.
Comune ristrutturazione San Siro – Meazza dell’Inter e non solo
Quelle precedenti sono state le due opzioni più discusse sul tema, ma dal documento ne emergono altre, come quella di Michele Brunello e Marco Brega, che avevano studiato un San Siro tutto nerazzurro. «La proposta progettuale differisce sostanzialmente da quanto richiesto e presentato oggi dalle Società, in particolare poiché prende in considerazione uno scenario completamente diverso: il concept raccontato nel quaderno prevedeva e prevede che lo stadio San Siro divenga di proprietà solo di Inter Club e, quindi, gestito ed utilizzato da una sola squadra. […] L’ipotesi progettuale descritta nel quaderno non possiede, inoltre, la definizione di uno Studio di fattibilità e non contiene una stima dettagliata dei costi, né un business-plan dell’intera operazione, elementi fondamentali per effettuare delle valutazioni su quanto proposto rispetto a quanto asserito nella stessa presentazione. L’ipotesi non è, quindi, comparabile – per diversi motivi – al PFTE presentato delle Società, ed oggetto del Dibattito, in particolare sulla base delle mutate condizioni rispetto al 2016».
Messa da parte anche la proposta dell’architetto Aldo Ciocia: «L’osservazione non è valutabile e non presenta gli elementi minimi per essere considerata un’ipotesi progettuale. Per quanto attiene l’individuazione di un’altra area si ribadisce che l’Amministrazione comunale con l’approvazione del Piano di Governo del Trerrito ha sancito che la collocazione dello stadio di Milano fosse quella della GFU San Siro».
Stesso discorso per l’ingegnere Guido Miserandino, la cui osservazione «non è valutabile dal punto di vista tecnico ed economico poichè non presenta gli elementi minimi per essere considerata un’ ipotesi progettuale e differisce sostanzialmente da quanto richiesto e presentato oggi dalle Società proponenti, nonchè da quanto previsto dallo strumento di pianificazione generale del Comune. Inoltre lo spostamento di via Piccolomini non risulta percorribile andando ad occupare un’area di proprietà privata il cui assetto urbanistico è oggetto di Piano Attuativo».
Comune ristrutturazione San Siro – L’idea di ASM Global
Chiusura, questa sicuramente più discussa, dedicata alla società ASM Global, che si era proposta per un salvataggio del Meazza: «La suddetta Società è stata invitata a prendere parte al Dibattito per presentare la proposta, invito che però non ha avuto seguito. In data 22/10/2022 il Sindaco ha risposto alla nota spiegando che ad oggi l’iter prevede la chiusura del procedimento di Dibattito Pubblico avviato, che ha per oggetto la proposta delle squadre milanesi presentata», conclude il Comune sul dossier.