Calvarese a CF: «Caso D’Onofrio, il terremoto AIA non è finito»

Gianpaolo Calvarese, ex arbitro di serie A con all’attivo più di 300 gare nella massima serie considerando tutti i ruoli (arbitro, VAR e arbitro addizionale), è ora imprenditore nell’azienda di…

Trentalange inibizione FIGC

Gianpaolo Calvarese, ex arbitro di serie A con all’attivo più di 300 gare nella massima serie considerando tutti i ruoli (arbitro, VAR e arbitro addizionale), è ora imprenditore nell’azienda di famiglia che produce integratori sportivi naturali Aperegina. Inoltre ogni mercoledì sera di Champions League è parte della scuderia di Amazon Prime Video per commentare nella Var Room il match trasmesso dal broadcaster in Italia. 

L’ex direttore di gara teramano, dopo alcuni interventi su Calcio e Finanza (tra cui anche l’ipotesi di un’AIA tutta al femminile), ha deciso di proseguire la collaborazione con la nostra testata inviando un contributo sulle vicende arbitrali delle ultime settimane. 

A distanza di quaranta giorni dalla chiusura delle indagini, dopo essere stato ascoltato a metà dicembre dal procuratore Chinè e dopo aver chiesto invano il patteggiamento (come riportato da tutti gli organi di stampa), è arrivato per Alfredo Trentalange il deferimento al tribunale federale. Facciamo, a tal proposito, un passo indietro.

Dopo l’arresto dello scorso 10 novembre di Rosario D’Onofrio, ex procuratore capo dell’Associazione Italiana Arbitri, per traffico internazionale di droga, i vertici arbitrali avevano subito preso le distanze da tale situazione. In particolare, Trentalange aveva allontanato l’ipotesi dimissioni negando qualsiasi coinvolgimento personale e del comitato nazionale nella vicenda.

Proprio per le ripetute dichiarazioni di estraneità ha destato stupore negli associati la richiesta di patteggiamento dell’ex presidente che il procuratore Chinè ha comunque respinto. Questa vicenda, che rappresenta una delle pagine più tristi per l’Associazione Italiana Arbitri, continua ad avere delle sfumature drammatiche, quasi tragicomiche, e che solo per la grande professionalità degli arbitri non ha scalfito fino ad oggi la regolarità dei campionati.

Sfumature tragicomiche che si avvertono anche leggendo il dispositivo della decisione della Federcalcio. Come si legge tra le ben sette motivazioni che hanno portato al deferimento, Trentalange aveva omesso di controllare adeguatamente il capo procuratore D’Onofrio. Tra i compiti di quest’ultimo c’era l’indagine sui falsi rimborsi. Falsi rimborsi che lui stesso aveva richiesto e presentato! Una situazione a dir poco aberrante.

Ed ora quali saranno gli scenari per l’AIA? Non c’è alcun dubbio che ci saranno degli schieramenti e delle candidature per le elezioni alla Presidenza dell’AIA. L’attuale dirigenza, incredibilmente indifferente alle vicende che l’hanno investita, dovrebbe puntare tutto sulla svolta “al femminile”, con il nome di Katia Senesi in pole. Ma è anche vero che, vista la gravità delle motivazioni del dispositivo di deferimento di Trentalange, ci potrebbero essere ulteriori risvolti. In pochi sono a credere che l’ex presidente sia l’unico responsabile.