In attesa che la questione nuovo San Siro viva un’altra puntata al Comune di Milano, dove la giunta approverà un documento con le relative richieste a Milan e Inter di modifiche al progetto, che tengano conto delle osservazioni fatte durante il dibattito pubblico e della votazione dell’odg delle scorse settimane, l’argomento ieri è arrivato anche in Parlamento.
Durante un question time presentato dalla deputata di Italia Viva, Maria Elena Boschi, la sottosegretaria alla Cultura in quota Lega Lucia Borgonzoni ha ribadito la linea espressa qualche giorno fa del ministro alla Cultura Sangiuliano: «Non esistono a oggi vincoli sull’abbattimento del Meazza e non esistono elementi per avviare procedure di vincolo sulla struttura attualmente esistente».
«Non sarò qui a ricordare la questione dei vincoli sulla parte degli anni ’20 perché ormai era una parte piccola. Sulla parte restante della struttura non c’erano i termini dei 70 anni per poterli mettere. Nel gennaio 2021 la direzione generale Creatività contemporanea aveva già protocollato l’esito negativo dei procedimento di riconoscimento dell’importante carattere artistico del terzo anello e della copertura dello stadio», ha aggiunto.
Una dichiarazione netta e precisa, chiesta in primo luogo da Palazzo Marino per affrontare i prossimi passi verso l’approvazione ultima del progetto del nuovo San Siro senza avere sulla testa la spada di Damocle e che metterebbero fuori gioco quella frangia di politici, capitanata dall’altro sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, che voleva un vincolo sull’abbattimento dell’attuale Meazza, condizione che avrebbe spinto Inter e Milan alla rinuncia di costruire il loro nuovo stadio nell’area di San Siro.