Mondiali 2030 in Arabia, quel filo che lega Renzi e la FIFA

In un vecchio rapporto di due anni fa, Amnesty International denunciava lo sportwashing dei Paesi del Golfo: sfruttare lo sport per distogliere l’attenzione dalle violazioni dei diritti umani nei vari…

Mondiali 2030 Arabia Renzi

In un vecchio rapporto di due anni fa, Amnesty International denunciava lo sportwashing dei Paesi del Golfo: sfruttare lo sport per distogliere l’attenzione dalle violazioni dei diritti umani nei vari Paesi. Una situazione che riguarda anche l’Arabia Saudita, tra l’acquisto da parte del fondo PIF del Newcastle e – ultimo episodio – l’ingaggio da parte dell’Al-Nassr del fenomeno portoghese Cristiano Ronaldo.

Una strategia che – scrive Il Fatto Quotidiano nella sua edizione odierna – riguarda anche l’ex premier italiano Matteo Renzi, i cui affari col governo saudita non sono estranei alla promozione dello sport a Riad e dintorni. Tanto che l’FII Institute, l’ente legato alla famiglia reale di bin Salman nel cui board of trustees siede il senatore, da due anni ospita nella sua kermesse i massimi dirigenti della FIFA, con l’obiettivo di portare a Riad i Mondiali del 2030.

A fine ottobre, tra gli speaker della sesta edizione del FII c’era il presidente della FIFA Gianni Infantino. In quell’occasione, collegato con l’evento c’era l’amministratore delegato dell’ente saudita, Richard Attias, che presentava Infantino come «la persona più potente del mondo». Lui ringrazia, e parla di un impegno «a rendere il calcio ancora più global nei prossimi anni, perché il calcio non è proprietà esclusiva di qualcuno e deve crescere in tutto il mondo». Arabia Saudita compresa, naturalmente.

In tutto questo, il ruolo del FII Institute – che ogni anno può arrivare a pagare Renzi fino a 80mila dollari lordi per il suo lavoro – non è secondario. Detto degli ottimi rapporti con Infantino e con la FIFA, negli ultimi anni l’ente ha cercato di promuovere il calcio in vista dei Mondiali 2030 (di cui Ronaldo sarà ambasciatore) senza dimenticare il lavoro su altri sport molto popolari in Europa e negli USA.

Tra questi anche la Formula 1, che dal 2021 si corre anche in Arabia Saudita (a Gedda, in particolare) dopo che il governo ha chiuso un accordo milionario con la Federazione automobilistica per ospitare per 10 anni il proprio Gran Premio. A guidare la Fia fino al 2021 c’era Jean Todt, uomo forte che vanta ottimi rapporti sia con Attias che con Renzi. Un punto di partenza per il desiderio arabo di accreditarsi con l’Occidente attraverso lo sport. Anche grazie alla rete di relazioni e agli eventi dell’FII di Renzi.