La guerra in Ucraina, tra le moltissime cose più gravi che ha portato, ha condotto anche allo stop del calcio. Vista la situazione nel paese, la FIFA ha permesso ai calciatori stranieri, sotto contratto con i club del campionato ucraino, di poter rescindere i propri accordi per potersi cercare una squadra che in quel momento stesse disputando un campionato nazionale.
La decisione, presa dal massimo organo calcistico mondiale, se da un lato ha favorito i calciatori, dall’altro ha penalizzato fortemente i club ucraini che in un momento di estrema difficoltà, dovuta alla guerra, si sono visti andare via alcuni giocatori molto importanti e che avrebbero avuto un peso economico sostanzioso se fossero stati ceduti invece che svincolati.
«Vogliamo lealtà e giustizia – ha dichiarato l’amministratore delegato dello Shakhtar Donetsk, Sergei Palkin – da un lato la FIFA ha protetto i giocatori, ma avrebbe dovuto proteggere anche i club». Dalla FIFA nessuna risposta, quindi lo stesso Shakhtar Donetsk ha portato il caso, e la FIFA, davanti al Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna.
«Nel tentativo di trovare una soluzione giusta ed equa – si legge nella nota dello Shakhtar redatta per mano dell’ad Palkin -, l‘FC Shakhtar ha deferito la sua controversia con la FIFA alla Corte Arbitrale dello Sport (TAS) in Svizzera, dove il caso sarà esaminato da una commissione indipendente il 22 dicembre 2022.
La controversia dell’FC Shakhtar con la FIFA è incentrata sulle azioni dell’organismo calcistico nel 2022, che hanno portato alla sospensione automatica dei contratti internazionali dei giocatori e degli allenatori del club in seguito all’invasione illegale e aggressiva delle forze armate russe in Ucraina.
Molti giocatori internazionali hanno poi lasciato il Club tramite trasferimenti a parametro zero. Le misure inappropriate ed eccessive applicate dalla FIFA hanno portato ad una massiccia perdita di introiti derivanti dai trasferimenti dei giocatori e ad un impoverimento delle entrate essenziali del Club, pari a circa 40 milioni di euro, fondi di cui c’è grande bisogno, soprattutto in un momento in cui il calcio ucraino e lo sport ucraino in generale stanno lottando per riprendersi dal terribile impatto che la guerra ha avuto e sta avendo.
Nel corso dell’udienza del TAS, l’FC Shakhtar esporrà quattro argomentazioni chiare e convincenti che, ne siamo certi, confermeranno pienamente le nostre giuste rivendicazioni:
1. Le decisioni prese dalla FIFA (in particolare le circolari 1800 e 1804) per annullare il contratto internazionale sono illegali. Non ci sono motivi legali per sospendere i contratti di lavoro secondo la legge ucraina e svizzera. La FIFA non può e non deve interferire nelle relazioni contrattuali di cui non fa parte.
2. Le azioni della FIFA violano il diritto alla concorrenza dell’UE (in particolare l’articolo 101 del TFUE), che consente alle società calcistiche ucraine di accedere al mercato europeo per il trasferimento dei giocatori. Impedire ai club ucraini questo accesso distorce il mercato equo e democratico ed è anti-concorrenziale.
3. La FIFA non ha agito in conformità con le sue pratiche e i suoi standard di buon governo e ha attuato le procedure contrattuali senza alcuna valutazione della situazione pratica del Paese e senza alcuna consultazione con le principali parti interessate, ossia i club ucraini e l’Associazione ucraina di calcio (UAF).
4. Le Circolari 1800 e 1804 sono discriminatorie, violano il principio della stabilità contrattuale, limitano la libertà economica dei club, compromettono l’integrità delle competizioni calcistiche, e sono oppressive. La FIFA aveva la responsabilità di aiutare e sostenere il calcio ucraino durante la guerra e invece le sue azioni hanno gettato la comunità calcistica locale in una crisi ancora più grave.
Oltre a queste argomentazioni, l’FC Shakhtar proporrà misure eque e meno dannose che la FIFA avrebbe invece potuto esplorare e adottare. Tra queste, l’istituzione di un fondo di risarcimento per i club ucraini colpiti dalla perdita di entrate durante il conflitto.
La FIFA avrebbe anche potuto mediare efficacemente in modo che i club ucraini che avevano obblighi di pagamento nei confronti di altri club, potessero rinviare il pagamento stesso fino a quando la crisi non si fosse attenuata e le entrate avessero ripreso a fluire.
Nella situazione attuale, le politiche attuate dalla FIFA hanno causato danni considerevoli all’FC Shakhtar. Per questo motivo, il club chiede il rimborso dei 40 milioni di euro di perdite, inoltre la FIFA sarà chiamata a rimborsare i danni di cui è responsabile.
Crediamo nell’uguaglianza, nella responsabilità e nella solidarietà nel calcio mondiale. Ci aspettiamo che la FIFA operi con i massimi standard di etica, integrità e governance ed è giusto che l’organizzazione sostenga l’intera comunità calcistica in modo che tutti, compresi i club, i giocatori e i tifosi, possano aiutare il gioco a prosperare».