Nike batte ogni più rosea previsione degli analisti e nel secondo trimestre di quest’anno registra ricavi pari a 13,32 miliardi di dollari, mentre le stime indicavano 12,57 miliardi.
Un ottimo risultato per Nike, leader del settore dell’abbigliamento sportivo e che ha guadagnato, nella giornata di martedì, il 4% alla borsa di Wall Street, ma che porta un beneficio anche alle sue concorrenti, Puma e Adidas.
Le due aziende tedesche hanno visto i propri titoli aprire in netto rialzo al Dax di Francoforte per poi stabilizzarsi intorno al +7% per quanto riguarda Puma, e del +6% per Adidas. Quest’ultima potrebbe aver raccolto, inoltre, i frutti della vittoria del Mondiale da parte dell’Argentina con la produzione in corso della maglia dell’Albiceleste con la terza stella e la patch da Campione del Mondo, con le divise di Messi e compagni che sono già andate esaurite.
Queste prestazioni, come detto, sono date dai numeri, arrivati nella notte, di Nike che, grazie alla domanda di articoli sportivi e sneaker registrata in Europa e America del Nord, ha visto crescere i ricavi del 17%, rispetto al secondo trimestre del 2021 e, addirittura, del 27% al netto degli effetti valutari.
Continuano però ad aumentare anche le scorte: +43% a 9,3 miliardi di dollari, oltre le attese, ma l’azienda statunitense sottolinea che il dato è condizionato anche dal fatto che l’anno scorso c’era stata l’interruzione della catena di approvvigionamento. A pesare anche i più alti costi di input. Il titolo, nella giornata di oggi, guadagna intorno al 15%.
Secondo gli analisti di Jefferies, il ritorno alla crescita delle vendite in Cina e il fatto che le scorte dovrebbero aver raggiunto il picco sono buone notizie per i concorrenti tedeschi Adidas e Puma che hanno sofferto delle restrizioni imposte dalla pandemia di coronavirus.
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