Calvarese a CF: «La Finale di Qatar 2022, un fischio da 45 milioni di euro»

Gianpaolo Calvarese, ex arbitro di serie A con all’attivo più di 300 gare nella massima serie considerando tutti i ruoli (arbitro, VAR e arbitro addizionale), è ora imprenditore nell’azienda di…

Calvarese finale Qatar 2022

Gianpaolo Calvarese, ex arbitro di serie A con all’attivo più di 300 gare nella massima serie considerando tutti i ruoli (arbitro, VAR e arbitro addizionale), è ora imprenditore nell’azienda di famiglia che produce integratori sportivi naturali Aperegina. Inoltre ogni mercoledì sera di Champions League è parte della scuderia di Amazon Prime Video per commentare nella Var Room il match trasmesso dal broadcaster in Italia. 

L’ex direttore di gara teramano, dopo alcuni interventi su Calcio e Finanza (tra cui la rivelazione sull’arbitro della finale di Qatar 2022), ha deciso di proseguire la collaborazione con la nostra testata inviando un contributo sulle vicende arbitrali delle ultime settimane. 

Il grande momento è arrivato. Il punto più alto, il più cruciale, il più desiderato in un’intera carriera arbitrale: la finale dei Mondiali. Oggi sarà Szymon Marciniak ad avere questo grande onore. Un orgoglio incredibile, che inevitabilmente porta con sé anche una tensione elevata.

È ovvio, se si pensa a tutti gli occhi che si hanno addosso in un evento del genere. L’intero mondo calcistico (e non solo) osserverà con attenzione ogni mossa e scelta arbitrale. Capiamo bene dunque l’importanza dell’evento e la conseguente tensione. Si può limitare un’ansia del genere? Ovvero, come ci si può preparare per arbitrare un match da 47 milioni di dollari (45 milioni di euro, ndr)?

Ho avuto la fortuna di avere come designatori, oltre a Stefano Braschi, direttore di gara dall’enorme personalità, anche Pierluigi Collina, Roberto Rosetti e Nicola Rizzoli, che hanno arbitrato nell’ordine finale Mondiale, finale Europea e ancora finale dei Mondiali. Per me è stato ovviamente un onore immenso ascoltare i loro insegnamenti, e questi mi hanno anche permesso di capire come ci si prepara ad eventi del genere.

Il segreto è arbitrare ogni partita, dalle finali internazionali alle più “semplici”’, tutte come se fossero l’atto conclusivo di un Mondiale. Ovvero, curando in maniera maniacale la gestione dello stress e la preparazione fisica, lavorando poi sugli errori commessi, anche i più insignificanti, per cercare di non ripeterli. Preparando quindi, per dirla con le parole di Rizzoli, «tutto quello che è in tuo potere, che dipende da te e che puoi gestire con le tue forze».

E l’imprevisto? Come ci può preparare ad una situazione inaspettata? Perché ovviamente non tutto può essere preventivato e controllato. Anche qui, risposta in apparenza semplice: non si prepara. Nel senso, se succede qualcosa di inaspettato, e per cui bisogna decidere in pochissimi secondi, ci si può affidare solo all’istinto.

Attenzione però. Anche l’istinto si può, in un certo senso, allenare. Sempre per dirla con Rizzoli: «Si può perfezionare l’istinto razionale». Vuol dire che sì, certamente in pochi secondi ci si può far guidare solo dall’istinto. Ma quest’ultimo può essere migliorato e “deviato” verso la decisione più giusta possibile grazie allo studio approfondito, alla conoscenza di casistiche, regolamento, tattiche di gioco e calciatori.

Preparare ogni gara come se fosse una finale e curare ogni aspetto, da quello più tecnico a quello più psicologico, in maniera maniacale, come ci ha insegnato Pierluigi Collina. Ecco come si arriva preparati all’atto finale di un Mondiale. Non a caso, infatti, i “mentori” che ho citato sopra hanno tutti arbitrato le loro finali in maniera perfetta, serena, tranquilla. Esattamente come se stessero dirigendo una partita tra squadre di serie minori.