Sul tema nuovo San Siro ci sono ben poche certezze, ma per quanto riguarda l’impianto attualmente in piedi ve ne è una assoluta: lì si svolgerà la cerimonia augurale delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina in programma nel 2026.
Come più volte ribadito dal presidente del CONI, Giovanni Malagò, al Meazza sarà dato il via all’evento e per l’occasione ci sono diversi lavori da portare avanti e concludere per rendere lo stadio adeguato prima del grande giorno.
E proprio in questa direzione, secondo quanto riporta Libero, il Comune di Milano dovrà spendere dai 10 ai 15 milioni di euro per assecondare le richieste del Comitato Olimpico. Si tratta ancora di una stima, ovviamente, ma i lavori da compiere sono molti.
Per esempio la tribuna d’onore dovrà essere in grado di ospitare capi di Stato e delegazioni internazionali, bisognerà ampliare la sala stampa visto il numero altissimo di reporter che l’evento richiamerà da tutto il Mondo. Ma non è di certo finita qui. Altre migliorie dovranno essere portate agli ascensori, con quelli esistenti che andranno sostituiti e ne andranno istallati di nuovi dove al momento non ci sono. Per finire le varie aree comuni dovranno rispettare tutti gli standard prefissati dal CIO.
«Per i Giochi Invernali va bene se rimane questo impianto – ha dichiarato Malagò dopo la visita di tre giorni dei delegati del Comitato Olimpico – ma è evidente che, nel caso, bisogna sistemare diverse cose che non sono in linea con le esigenze di una cerimonia di apertura delle Olimpiadi».
Il quotidiano Libero, inoltre, sottolinea come il nuovo San Siro sicuramente non vedrà la luce entro la cerimonia inaugurale del 2026, quindi i lavori, con conseguente esborso di denaro pubblico che potrebbe superare anche le stime visti i continui rialzi delle materie prime, dovranno essere fatti al Meazza che, in caso di approvazione del nuovo impianto, verrebbe abbattuto poco dopo.
Un altro ostacolo, insomma, per il percorso delle due società verso il nuovo impianto nella zona di San Siro, infatti vedere un investimento minimo di 10 milioni andare in macerie poco dopo non sarebbe un buon biglietto da visita per l’impianto che dovrà nascere, e che già raccoglie diverse forze opposte.
Il tempo per adeguare il Meazza alle richieste del CIO c’è, ora serve la volontà politica di iniziare i lavori. Milan e Inter, soprattuto i rossoneri, continuano ad aspettare liete novelle dal Comune. Intanto sullo sfondo le piste che portano a una nuova casa fuori Milano, con Sesto San Giovanni come principale alternativa, iniziano a prendere forma.