Il ministro dello Sport Andrea Abodi lo ha ribadito ieri ancora una volta: impossibile la rateizzazione a cinque anni per le tasse sospese dei club di Serie A, senza sanzioni e penali sportive. Il governo si è opposto ad allungare una mano ad hoc al sistema calcio sul mezzo miliardo di versamenti da corrispondere e lo ha fatto anche tramite le parole della Premier Giorgia Meloni.
«L’opinione pubblica non capirebbe. Del resto, così si rispetta il concetto dell’equa competizione: c’è chi paga in maniera puntuale e fa un acquisto in meno e chi invece ha paradigmi gestionali diversi. Il nostro compito è garantire il rispetto dei valori», è stata la giustificazione portata avanti dal ministro dello Sport al question time alla Camera.
A questo punto – spiega Il Corriere della Sera – il telefono del presidente della Lega Serie A Lorenzo Casini è diventato bollente a causa delle numerose chiamate di presidenti increduli. C’è chi minaccia addirittura di introdurre nelle proposte del pacchetto di riforme l’abolizione della mutualità alle serie inferiori e agli altri sport: principalmente una provocazione.
Nel frattempo, il presidente della FIGC Gabriele Gravina, così come Casini, sta lavorando sotto traccia con il governo per ottenere due risultati. Da un lato, abbassare la sanzione dal 10 al 3% per chi accetterà il piano di rateizzazioni, chiedendo cioè di parificare il calcio a ogni altro settore in crisi. Gravina punta, inoltre, ad accelerare con l’Agenzia delle Entrate l’emissione dell’avviso bonario, così da evitare ai club sanzioni penali e sportive.