[DOCUMENTI] Juve, da dove nascono le dimissioni del CdA: le accuse della Procura

Da dove nascono le dimissioni del CdA della Juventus? Tutto ruota intorno alle accuse della Procura di Torino e della Consob per quanto riguarda i casi plusvalenze e manovra stipendi….

Perdite record bilanci Serie A

Da dove nascono le dimissioni del CdA della Juventus? Tutto ruota intorno alle accuse della Procura di Torino e della Consob per quanto riguarda i casi plusvalenze e manovra stipendi. In particolare, sono dodici i capi di accusa per i dirigenti bianconeri e altri tre per la Juventus, con le contestazioni della Procura di Torino al club bianconero partono dal bilancio al 30 giugno 2019 e arrivano fino all’esercizio 2020/21, con le accuse legate alle plusvalenze così come alla cosiddetta manovra stipendi.

Questo è quanto emerge dalle 20 pagine, che Calcio e Finanza ha potuto visionare, con cui la Procura nelle scorse settimane ha notificato la conclusione delle indagini preliminari ad Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Maurizio Arrivabene e altri dodici indagati.

In particolare, gli indagati sono (tra parentesi la carica all’epoca dei fatti):

  • Andrea Agnelli (presidente della Juventus);
  • Pavel Nedved (vicepresidente della Juventus);
  • Fabio Paratici (Chief Football Officer della Juventus);
  • Marco Re (Chief Financial Officer della Juventus);
  • Stefano Bertola (Chief Financial Officer della Juventus);
  • Stefano Cerrato (Chief Financial Officer della Juventus);
  • Cesare Gabasio (avvocato e consulente legale della Juventus);
  • Maurizio Arrivabene (componente del CdA della Juventus);
  • Francesco Roncaglio (componente del CdA della Juventus);
  • Enrico Vellano (componente del CdA della Juventus);
  • Paolo Piccatti (presidente del collegio sindacale);
  • Nicoletta Paracchini (sindaco effettivo);
  • Silvia Lirici (sindaco effettivo);
  • Stefania Boschetti (revisore legale per EY);
  • Roberto Grossi;
  • Juventus Fooball Club Spa.

Quali sono i capi di accusa? Per quanto riguarda il bilancio 2019, nei confronti di Agnelli, Nedved, Paratici, Re, Arrivabene, Roncaglio e Vellano, l’accusa è di concorso in reato e manipolazione del mercato avendo iscritto a bilancio 49,7 milioni di euro di plusvalenze ritenute fittizie che consentivano di presentare un bilancio chiuso con una perdita di 39,8 milioni invece che di 84,5 milioni, con un patrimonio netto positivo per 31,2 milioni anziché negativo per 13,3 milioni. Sempre per il bilancio 2019, Agnelli, Nedved, Paratici, Re, Arrivabene, Roncaglio, Vellano, Piccatti, Paracchini, Lirici e Boschetti sono accusati di concorso in reato e false comunicazioni sociali delle società quotate.

Le accuse proseguono prendendo in considerazione la cosiddetta “manovra stipendi”, per cui Agnelli, Nedved, Paratici, Re e Gabasio vengono accusati di concorso in reato e false comunicazioni sociali delle società quotate perché “l’accordo raggiunto con i calciatori e non reso pubblico prevedeva la rinuncia ad una sola mensilità, con recupero certo ed incondizionato di tre mensilità nelle stagioni successive, con conseguente effetto economico e finanziario positivo, al più, per soli 22 milioni” rispetto ai 90 milioni indicati dalla Juventus nel comunicato.

Si passa poi al bilancio chiuso il 30 giugno 2020, per cui Agnelli, Nedved, Paratici, Re, Bertola, Arrivabene, Roncaglio, Vellano e Gabasio vengono accusati di concorso in reato e di false comunicazioni sociali per aver inserito nel bilancio:

  • 78 milioni di euro di plusvalenze rittenute fittizie derivanti da scambi
  • 14,6 milioni legati alla cessione di Emre Can al Borussia Dortmund “in violazione del principio di competenza e del principio contabile internazionale IFRS 15”
  • 3,8 milioni legati alla cessione di Muratore all’Atalanta

Inoltre, secondo l’accusa i dirigenti avrebbero omesso di inserire a conto economico 62,2 milioni legati alla voce “personale tesserato” per la manovra stipendi. Tutto questo, spiega la Procura, avrebbe portato ad indicare una perdita di esercizio pari a 89,6 milioni invece di 236,7 milioni, con un patrimonio netto pari a 239,2 milioni anziché pari a 47,5 milioni.

Sempre per il bilancio al 30 giugno 2020, inoltre, Agnelli, Nedved, Paratici, Re, Bertola, Gabasio, Arrivabene, Roncaglio, Vellano, Piccatti, Paracchini, Lirici e Grossi sono accusati anche di concorso in reato e false comunicazioni sociali delle società quotate.

Passando al bilancio chiuso al 30 giugno 2021, la Procura accusa nuovamente Agnelli, Nedved, Paratici, Bertola, Cerrato, Gabasio, Arrivabene, Roncaglio e Vellano di concorso in reato e manipolazione del mercato per aver diffuso notizie false proprio riguardo al bilancio: in particolare, secondo l’accusa sono stati inseriti 28,3 milioni di euro di plusvalenze fittizie derivanti da scambi e sarebbero stati omessi 27,5 milioni di costi legati al personale tesserato.

Sempre per il bilancio al 30 giugno 2021, inoltre, Agnelli, Nedved, Paratici, Bertola, Cerrato, Gabasio, Arrivabene, Roncaglio, Vellano, Piccatti, Paracchini, Lirici e Grossi sono accusati anche di concorso in reato e false comunicazioni sociali delle società quotate.

Non solo, perché le accuse della Procura di Torino riguardano anche delle fatture ritenute false per operazioni inesistenti, accuse che riguardano Agnelli, Nedved, Paratici, Re, Bertola e Cerrato. In particolare:

  • imponibile fittizio per 127mila euro nel 2018;
  • imponibile fittizio per 604mila euro nel 2019;
  • imponibile fittizio per 732mila euro nel 2020;
  • imponibile fittizio per 525mila euro nel 2021.

Infine, nei confronti dei dirigenti la Procura ha aggiunto anche il capo d’accusa di ostacolo all’esercizio delle funzioni dell’autorità di vigilanza nei confronti di Agnelli, Nedved, Arrivabene, Cerrato e Gabasio perché “al fine di ostacolare l’esercizio delle funzioni di vigilanza (da parte della Consob, ndr) esponevano fatti materiali non rispondenti al vero”, inoltre “occultando con altri mezzi fraudolenti fatti che avrebbero dovuto comunicare”, in particolare per quanto riguarda la manovra stipendi per cui i dirigenti avevano firmato 16 scritture private con altrettanti calciatori per il pagamento di complessivi 63,6 milioni.

Per quanto riguarda infine le accuse nei confronti della società, secondo la Procura “le false comunicazioni sociali consentivano di celare l’erosione del capitale sociale” per quanto riguarda il bilancio 2019, mentre per i bilanci 2020 e 2021 “la diffusione di notizie false circa la situazione patrimoniale, economica e finanziaria consentivano di proseguire indebitamente la negoziazione del titolo” in Borsa.

Sul tema, la Juventus si era già così espressa in una nota: “La Juventus rimane convinta, anche tenuto conto degli approfondimenti di natura legale e contabile svolti dalla società con l’ausilio dei propri consulenti e pareri legali e tecnico-contabili acquisiti dalla società, di avere operato nel rispetto delle leggi e delle norme che disciplinano la redazione delle relazioni finanziarie, in conformità agli applicabili principi contabili e relativi criteri di applicazione e in linea con la prassi internazionale della football industry”.

Ieri, inoltre, dopo le dimissioni del CdA ha aggiunto: “Juventus continuerà a collaborare e cooperare con le autorità di vigilanza e di settore, impregiudicata la tutela dei propri diritti in relazione alle contestazioni mosse contro i bilanci e i comunicati della Società dalla Consob e dalla Procura”.