GEDI (Exor) cede due rami d'azienda: allarme da Repubblica alla Stampa

C’è uno stato di agitazione all’interno di tutte le rappresentative sindacali nei confronti delle ultime manovre decise dal Gruppo GEDI, che fa capo ad Exor (la holding della famiglia Agnelli-Elkann),…

Exor delisting ufficiale
(Foto: MIGUEL MEDINA/AFP via Getty Images)

C’è uno stato di agitazione all’interno di tutte le rappresentative sindacali nei confronti delle ultime manovre decise dal Gruppo GEDI, che fa capo ad Exor (la holding della famiglia Agnelli-Elkann), e che controlla alcuni dei maggiori quotidiani italiani, fra i quali La Repubblica, La Stampa e Il Secolo XIX. Lo scrive nuovoobserver.it.

Con un comunicato, il Coordinamento dei Cdr, appena formatosi per l’occasione, si rivolge a tutti i lettori delle testate che sono all’interno del gruppo è recita come di seguito: «Abbiamo appreso che il gruppo, senza alcun preavviso, ha ceduto due rami d’azienda, Operations Multimediali e Demand&Delivery al colosso Accenture», si legge nella nota pubblicata.

«Si tratta di 65 persone che, dal 1° gennaio, passeranno a un’altra azienda e con un altro contratto di lavoro. L’annuncio ci preoccupa umanamente per le modalità brutali con le quali è stato comunicato e professionalmente per le ricadute. I due rami d’azienda fanno infatti parte di GediDigital, il motore digitale del gruppo su cui, negli ultimi anni, l’azienda ha investito molto in termini di denaro, personale e professionalità», prosegue il comunicato.

La cessione dei due rami d’azienda ad Accenture, segue di qualche settimana quella del Centro stampa di Padova, dove si stampano quattro giornali del gruppo tra cui Repubblica, a una società che fa capo alla famiglia Comin.

«Colleghi – continua il comunicato – che si occupano della parte tecnologicamente più avanzata dei nostri contenuti (video, audio, podcast, grafici interattivi) e della manutenzione di hardware e software che ci permettono di fare il nostro lavoro e di informarvi ogni giorno. La decisione di esternalizzare questo comparto strategico è per noi illogica, incomprensibile, grave. Per questo, nell’esprimere piena solidarietà ai colleghi, abbiamo chiesto un incontro all’azienda da tenersi entro 15 giorni perché spieghi le ragioni di questa scelta e illustri il piano industriale e le strategie del gruppo, mai chiariti in tutti questi anni».

«Il coordinamento – conclude – si riserva di adottare ogni forma di lotta per ottenere finalmente chiarezza e tutela di tutti i lavoratori, garanzie fondamentali per assicurarvi un’informazione corretta e di qualità».