Non solo Facebook: anche Amazon prepara 10.000 licenziamenti

Dopo i licenziamenti, con tante di scuse, di Mark Zuckerberg e del suo gigante Meta o di Elon Musk con Twitter, ora anche Amazon ha in programma un netto taglio…

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Logo di Amazon (Image credit: Depositphotos)

Dopo i licenziamenti, con tante di scuse, di Mark Zuckerberg e del suo gigante Meta o di Elon Musk con Twitter, ora anche Amazon ha in programma un netto taglio della sua forza lavoro.

Secondo quanto riporta il New York Times, l’azienda di Jeff Bezos (attiva anche nel mondo dei diritti tv sportivi in diretta) sta iniziando, a partire da questa settimana, a sollevare dall’incarico circa 10.000 persone, facenti parte dell’organizzazione dei dispositivi di Amazon, incluso l’assistente vocale Alexa, della divisione di vendita al dettaglio e delle risorse umane, in quello che sarebbe il più grande taglio di posti di lavoro nella storia dell’azienda.

Se le cifre fossero confermate, questo significherebbe che Amazon ha in programma di licenziare circa il 3% dei dipendenti aziendali di Amazon e meno dell’1% della sua forza lavoro globale di oltre 1,5 milioni, composta principalmente da lavoratori a ore.

Particolare la scelta della tempistica, visto che nel periodo natalizio, lontano circa un mese, Amazon, di solito, faccia riferimento alla sua stabilità aziendale per soddisfare l’altissima richiesta di prodotti molto diversi, ma l’economia globale in crisi ha esercitato notevoli pressioni per ridurre le attività che sono state per anni a corto di personale o con consegne insufficienti proprio in questo periodo.

Proprio nell’ultimo periodo, Amazon poteva vantare di essere l’unica azienda tecnologica a non licenziare i lavoratori. Inoltre, all’inizio di quest’anno, il gigante dell’e-commerce ha più che raddoppiato il tetto salariale in contanti per i suoi lavoratori tecnologici, citando «un mercato del lavoro particolarmente competitivo».

Proprio nel 2022, la crescita di Amazon è rallentata con un tasso più basso degli ultimi due decenni, mentre durante la pandemia l’azienda ha vissuto la sua era più redditizia, raddoppiando la sua forza lavoro in due anni. L’azienda ha così dovuto affrontare costi elevati dovuti alla decisione di investire in modo eccessivo e di espandersi rapidamente e ora il mercato è cambiato nuovamente e non garantisce più quelle entrate che avevano contraddistinto gli ultimi due anni.

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