Serie A e Governo, nuovo piano per le tasse

Nessun provvedimento “salva calcio” per andare incontro ai club sul tema delle scadenze dei versamenti fiscali e previdenziali rinviate negli ultimi mesi, un vero e proprio fantasma per le società….

Serie A in chiaro Casini
(Foto: VINCENZO PINTO/AFP via Getty Images)

Nessun provvedimento “salva calcio” per andare incontro ai club sul tema delle scadenze dei versamenti fiscali e previdenziali rinviate negli ultimi mesi, un vero e proprio fantasma per le società. La data – scrive La Gazzetta dello Sport nella sua edizione odierna – non cambierà dunque, e resterà quella tanto temuta del 16 dicembre.

Ma il problema resta in agenda, ha assicurato il ministro dello Sport Andrea Abodi. E presto sarà oggetto di un incontro con Lega e Federcalcio, per cercare una nuova strada per raggiungere l’obiettivo. In pratica, il governo non può firmare un aiuto, seppure indiretto, ristretto allo sport, professionistico e dilettantistico. Si deve comunque agganciare l’intervento a una modalità che sia estesa a tutti i settori.

«Costruire un pacchetto di misure che sostengano la competitività del sistema calcio e particolarmente alla Serie A», è l’idea di Abodi. Un cambio di paradigma: per combattere l’emergenza, rilanciare su diversi terreni. A partire dalla revisione della legge Melandri sui diritti televisivi per permettere anche in Italia contratti con una durata maggiore e non solo per i diritti all’estero. Si è parlato anche del divieto di pubblicità per le aziende del betting che “regala” ad altri mercati concorrenti una cifra secondo la Lega di Serie A è molto vicina ai 100 miliardi.

Senza dimenticare la questione stadi, un passaggio che naturalmente coinvolge anche la candidatura dell’Italia all’organizzazione dell’Europeo di calcio 2032. Un tema caldo perché la UEFA attende per il mese di marzo una garanzia dal governo Meloni, stavolta anche economica, per la manifestazione.

Naturalmente il meccanismo del “saldo zero”, cioè la consapevolezza da parte delle società di dover prendere provvedimenti tali da evitare che la voragine dei debiti diventi sempre più grande, resta un punto chiave di questo ipotetico percorso. In altre parole: il governo aiuta ad aumentare i ricavi e a evitare che vecchi e nuovi gap pesino sulla competitività rispetto ad altri Paesi e campionati, ma il calcio evita una corsa dissennata verso una spirale debitoria.