Da terza squadra di Milano al Nasdaq: il progetto del Brera

Da “terza squadra di Milano” al Nasdaq. E’ la storia del Brera Calcio, società guidata da Alessandro Aleotti, che si è lanciata nel nuovo progetto Brera Holdings, che porta la…

Brera Holdings progetto
Chris Gardner (Facebook Brera)

Da “terza squadra di Milano” al Nasdaq. E’ la storia del Brera Calcio, società guidata da Alessandro Aleotti, che si è lanciata nel nuovo progetto Brera Holdings, che porta la firma dell’imprenditore e filantropo Chris Gardner, acclamato autore del bestseller “La ricerca della felicità.

Affiancato da altri investitori come Daniel J. McClory, AD e Responsabile equity di Boustead Securities LLC., Gardner è uno dei promotori della Brera Holdings, la nuova società che controllerà il Brera Calcio, militante nel girone N della Seconda Categoria milanese, e le altre squadre che entreranno a fare parte del progetto. In consiglio anche Goran Pandev, ex Inter e protagonista della Champions League vinta dai nerazzurri nel 2010.

Quello lanciato da Gardner è un progetto di sviluppo delle attività di Brera FC oltre l’Italia, anche in ambito professionistico, che mette al centro la responsabilità economica e l’impatto sociale. Il Brera FC è un club calcistico, fondato nel 2000 da Alessandro Aleotti, che – nonostante sia sempre rimasto nel dilettantismo – è chiaramente riconosciuto come “la terza squadra di Milano”. Una definizione che non deriva dal ranking calcistico, ma dalla molteplicità di progetti, prevalentemente a sfondo sociale (nelle carceri, con i richiedenti asilo, nelle comunità rom ecc.), realizzati attraverso una visione ESG del calcio.

Questa piccola “eccellenza calcistica milanese” ha generato appunto un interesse di investitori statunitensi che, attraverso la costituzione di Brera Holdings prevedono di contribuire allo sviluppo del progetto di un “Club globale” ispirato dal Brera FC che consenta di generare impatto sociale nei Paesi emergenti. Il modello, con scala e finalità diverse, è il City Football Group nato dal Manchester City.

La prospettiva di crescita è quindi saldamente ancorata all’identità ESG del Club e vedrà l’ingresso nel professionismo con la prospettiva di acquisire, con il marchio Brera, club di prima o seconda divisione in paesi europei calcisticamente minori. La prima operazione, tramite una partnership, sta avvenendo con Akademija Pandev, squadra macedone di prima divisione fondata proprio da Goran Pandev.

Alla base del progetto Brera Holdings sono la sostenibilità finanziaria, un range ampio di attività (calcio femminile, e-sports e progetti di calcio ESG) nei club acquisiti e un’importante attività progettuale e consulenziale (e non di calcio giocato) nell’headquarter milanese. Non solo. Secondo quanto riportato da La Repubblica, Brera Holdings ha già ottenuto l’autorizzazione della SEC, la Consob americana, per essere quotata in Borsa. Il lancio, al Nasdaq di New York con una valutazione che oscillerà tra 50 e 60 milioni di dollari, è previsto per dicembre.

Poi i passi successivi. Primo tra tutti quello di esportare il marchio del Brera Calcio all’estero, con l’acquisizione di squadre straniere dei Paesi emergenti, come quelli dell’Est Europa, dell’Africa e dell’America latina, investendo sui calciatori, importando istruttori italiani.

Si partirà da due o tre squadre, con l’obiettivo di arrivare nel giro di un paio d’anni a una decina in giro per il mondo. Gli investitori puntano a lanciare il Brera nel mondo del calcio professionistico. Spiega tutto Sergio Scalpelli, già Direttore Relazioni Esterne di Fastweb e Assessore ai Giovani e allo sport del Comune di Milano: «Vogliamo affermare un modello di calcio giovanile, fondato sulla sostenibilità e la capacità di selezionare talenti, costruendo squadre competitive. Non si perderà però la logica della profittabilità per gli investitori che, nell’arco di due o tre anni, puntano ad avere squadre che abbiano una loro autonomia e diventino economicamente sostenibili. Insomma l’investimento sulle squadre dovrà produrre i suoi frutti».