Non solo Milano e Roma. Anche a Genova si lavora per rimettere a nuovo lo stadio Luigi Ferraris, con il Grifone – data la situazione societaria della Sampdoria – impegnato a portare avanti il dossier in questa fase e a mantenere i contatti con l’amministrazione comunale di Genova.
Come riportato da Il Secolo XIX, del nuovo Ferraris sono stati realizzati due progetti che hanno interpretato in maniera diversa il restyling dello stadio partendo sempre dallo stesso presupposto: la modernizzazione di un impianto storico all’interno di una più complessiva valorizzazione delle aree limitrofe. Questo significa la realizzazione di negozi, bar e ristoranti che consentiranno di rendere lo stadio utilizzabile sette giorni su sette e non soltanto in occasione degli eventi sportivi.
Uno dei due progetti è stato realizzato da Populous, lo studio autore del progetto della “Cattedrale”, stadio che Milan e Inter avrebbero scelto come nuova casa. La strada maestra sarebbe quella di un progetto curato direttamente da Genoa e Sampdoria, anche se andranno ovviamente discusse modalità di gestione e costi. Riqualificare un impianto come il Ferraris può arrivare ad avere un costo superiore anche del 30-40% rispetto a quello di un stadio nuovo. Il modello prioritario resterebbe comunque quello di un acquisto congiunto della struttura da parte di Genoa e Samp, che poi porterebbero avanti la realizzazione del nuovo Ferraris.
Sullo sfondo, infine, la possibilità che sia un gestore terzo ad acquistare il Ferraris per poi darlo in affitto alle due squadre. Ipotesi che andrebbe valutata con attenzione perché non è detto che il progetto di valorizzazione che può sposare un soggetto diverso da Genoa e Samp sia in linea con i bisogni delle due squadre.
Sicuramente molto dipenderà anche dalla cessione della Sampdoria e da chi saranno i nuovi proprietari. Così come ha svelato Giulio Tremonti, ex ministro dell’Economia dei governi Berlusconi, l’interesse di fondi e società straniere nei confronti delle squadre italiane è strettamente legato agli impianti sportivi. L’ex ministro ha dichiarato che «tutti i fondi che decidono di investire sul mondo del pallone sono interessati alla costruzione di stadi di proprietà» e che proprio quello dei nuovi impianti sportivi è «un tema centrale di questi maxi investimenti».