La Premier pensa a regole stile nuovo FPF

Premier League Fair Play Finanziario – I club della Premier League dovranno affrontare per la prima volta restrizioni sulla spesa per trasferimenti e stipendi. Infatti, la massima serie inglese ha…

Sport Republic multiproprietà
(Foto: Catherine Ivill/Getty Images)

Premier League Fair Play Finanziario – I club della Premier League dovranno affrontare per la prima volta restrizioni sulla spesa per trasferimenti e stipendi. Infatti, la massima serie inglese ha deciso di seguire le nuove regole finanziarie introdotte dalla Uefa.

In base alla nuova regola dei costi di squadra della Uefa, che sarà introdotta a partire dal prossimo anno, i club saranno limitati a spendere il 70% delle loro entrate in un anno solare per gli stipendi dei giocatori, i trasferimenti e le commissioni degli agenti, anche se qualsiasi reddito derivante dalla vendita dei giocatori consentirà ai club di spendere di più.

Secondo quanto riporta il Times, la Premier League sta cercando di introdurre una regola simile, ma con una percentuale più alta per consentire ai club di investire di più per competere per aggiudicarsi un posto nelle competizioni continentali. Gli addetti ai lavori affermano che il primo passo è che la nuova norma sia approvata dai club membri e in seguito ci sarebbe un’introduzione graduale. Alcuni club spendono già più di quanto ricevono in entrate totali, quindi avrebbero un compito difficile da rispettare se non fosse introdotto gradualmente.

Anche la UEFA procederà in modo graduale e ha già dichiarato che si partirà con il 90% del limite per l’anno solare 2023, per passare poi all’80% per il 2024 e il 70% dal 2025. I club potranno subire perdite per 60 milioni di euro in tre stagioni invece dei 30 milioni di euro attuali, a patto che i proprietari del club coprano le perdite extra con iniezioni di denaro. La Premier League consente perdite molto più elevate per i club membri, 105 milioni di sterline in tre anni, e non è chiaro se questo cambierà.

Stando al quotidiano inglese, i “Big Six” (Arsenal, Liverpool, Chelsea, Tottenham Hotspur e le due squadre di Manchester) sarebbero ampiamente favorevoli. Un dirigente ha dichiarato al Times: “Ha senso avere lo stesso sistema operativo in Inghilterra e in Europa, ma con una percentuale diversa”.