«Contratto di Espansione da settembre 2022 a febbraio 2024 applicato a Tim, Noovle, Olivetti, Sparkle e T.C.C., nuovi prepensionamenti (5 anni), pre-scivoli (max 1 anno ulteriore da aggiungere al prepensionamento per arrivare alla pensione), nuove assunzioni, formazione e riqualificazione del personale, smonetizzazione delle festività del 25 dicembre 2022 e 1° gennaio 2023».
Sono questi – scrive Verità&Affari nella sua edizione odierna – i titoli del programma di «ottimizzazione dei costi» che TIM ha presentato ieri ai sindacati chiedendo loro di fare gioco di squadra per uscire da una situazione di bilancio in continuo peggioramento. I sacrifici riguarderebbero una buona fetta dei 43mila dipendenti del gruppo (dirigenti compresi), con tagli ai salari che potrebbero arrivare fino al 30%.
I costi in TIM si aggirano intorno agli 8 miliardi. In particolare, il costo del lavoro pesa per circa 2 miliardi sul totale. Il nuovo responsabile delle Risorse Umane Paolo Chiriotti ha quindi sottolineato: «Quest’ultimo punto dev’essere negoziato attraverso un’intesa che garantisca un futuro sereno almeno per i prossimi 18 mesi, certo facendo tutti dei sacrifici, dove per tutti si intende anche la dirigenza».
Giovanni Pipita, anche lui manager delle risorse umane, ha spiegato gli strumenti di ottimizzazione del costo del lavoro su cui aprire il confronto con i sindacati:
- nuovi prepensionamenti (5 anni);
- pre-scivoli (max un anno ulteriore da aggiungere al prepensionamento per arrivare alla pensione);
- nuove assunzioni;
- formazione e riqualificazione del personale.
Il Contratto di espansione verrebbe applicato per un periodo di 18 mesi fino a febbraio 2024. TIM ha suddiviso la popolazione delle aziende interessate all’utilizzo dello strumento in vari cluster a cui verranno applicate percentuali differenziate di riduzione oraria del lavoro: o% per circa 10.400 persone, 10% per circa 12.500 persone, 15% per circa 9.500 persone e 30% per circa 8.300 persone.