Indice di liquidità, lo scontro prosegue: la FIGC va al TAR

La Lega Serie A vince la prima battaglia contro la Federcalcio sull’indice di liquidità, davanti al Collegio di garanzia, ultimo grado della giustizia sportiva. Ora lo scontro si sposterà al…

Indice liquidità TAR
Il pallone della Serie A (Photo Cesare Purini / Insidefoto)

La Lega Serie A vince la prima battaglia contro la Federcalcio sull’indice di liquidità, davanti al Collegio di garanzia, ultimo grado della giustizia sportiva. Ora lo scontro si sposterà al TAR del Lazio, a cui gli avvocati della FIGC si rivolgeranno nelle prossime ore per chiedere intanto una sospensiva.

È la fotografia – scrive La Gazzetta dello Sport – dello scontro su un tema molto delicato e che da tempo fa discutere, quella soglia dello 0,5 nel rapporto fra attività e passività correnti che con una delibera del consiglio federale era stata dichiarata vincolante per iscriversi al campionato. Soglia che tutti i club avrebbero rispettato con la sola eccezione della Lazio (sarebbe stato necessario entro il 22 giugno un intervento per due milioni di euro).

Il Collegio di Garanzia «ha annullato i provvedimenti impugnati nella parte in cui si prevede che la verifica del possesso del requisito dell’indice di liquidità sia fissata in un termine antecedente alla chiusura dell’esercizio in corso». In sostanza, per la Sezioni Unite bisogna aspettare la chiusura del bilancio al 30 giugno e non una fotografia al 31 marzo.

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In attesa delle motivazioni scritte nella sentenza, ora la Lega «prende atto con soddisfazione del pronunciamento del Collegio di Garanzia. Il dispositivo conferma la fondatezza delle obiezioni espresse a più riprese dalla Lega in merito ad una misura inopportuna non certo nel merito, ma nei modi e nelle tempistiche, soprattutto per gli effetti retroattivi sulla gestione in corso». In Lega si pensa che nelle motivazioni possa essere sottolineata anche la mancanza di coinvolgimento dei club nella decisione.

La FIGC, da parte sua, è invece preoccupata. Se si stabilisce che si può intervenire solo una volta l’anno, quando si approva il bilancio, il rischio è di andare in “fuorigioco” anche sui controlli periodici su tasse e contributi. «Il dispositivo ci lascia molto perplessi, soprattutto perché di difficile comprensione. Siamo sereni e ci attiveremo per fare ricorso, anche perché tale decisione rischia di compromettere la regolarità del campionato», dice Gennaro Terracciano, intervenuto nell’udienza per la FIGC.

Il riferimento è al fatto che non c’è una data uguale per tutti per la presentazione del bilancio. La FIGC contesta anche la competenza delle Sezioni Unite del Collegio di garanzia, che possono essere chiamate in causa solo in caso di precedente passaggio per la giustizia federale, altrimenti si sarebbe dovuto interpellare solo la Sezione speciale per le ammissioni.