Roman Abramovich non è più il proprietario del Chelsea, ma la dirigenza che gestiva i Blues rimarrà e incasserà anche un corposo bonus. Nella giornata di sabato 7 maggio è stato annunciato l’accordo per la cessione del club londinese a un consorzio guidato dall’uomo d’affari americano Todd Boehly, che avrà il compito di mantenere i Blues ai vertici del calcio inglese anche con l’uscita di scena del magnate russo.
L’operazione si è chiusa sulla base di 4,25 miliardi di sterline complessivi (circa 5 miliardi di euro). Una cifra che tiene conto di una valutazione di 2,5 miliardi di sterline del club e di ulteriori 1,75 miliardi di sterline che i nuovi proprietari si sono impegnati a investire tra Stamford Bridge, squadra e altre infrastrutture per il Chelsea nei prossimi anni.
Resta infatti ancora da chiarire il futuro di Marina Granovskaia, che ha iniziato a lavorare con il magnate russo alla Sibneft nel 1997: dirigente capace, negoziatrice abile, la russa si è guadagnata rispetto unanime e ha costruito una grande squadra. Accanto a lei c’erano anche il presidente Bruce Buck e Petr Cech.
Bruce Buck e Marina Granovskaia hanno svolto un ruolo centrale, insieme a Raine Group, la banca americana che si è occupata della cessione dei Blues, nella selezione al migliore offerente. I due manager, infatti, riceveranno la cifra di 50 milioni di sterline (circa 59 milioni di euro con il cambio attuale) in bonus una volta completata l’acquisizione del club guidata da Todd Boehly. La dirigente russa riceverà circa il 40% dell’importo totale, mentre Buck e un team di gestione, si divideranno il rimanente.
Come riporta il Times, la Premier League è pronta a dare via libera all’acquisizione, dopo aver trovato una risoluzione legale per quanto riguarda il credito di 1,6 miliardi di sterline che Abramovich vantava con il club londinese. C’era stata una crescente preoccupazione a Westminster per la distribuzione dei proventi netti della vendita del Chelsea. Mentre Abramovich ha pubblicamente insistito sul fatto che 2,5 miliardi di sterline andranno alle vittime della guerra in Ucraina, i funzionari governativi erano del parere che i russi volessero ancora 1,6 miliardi di sterline da versare in un trust gestito a Cipro e legato all’oligarca sanzionato e ai suoi beneficiari.
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