«Lo sport va visto non soltanto come gli atleti di grandi risultati, questa è solo la punta dell’iceberg del movimento sportivo italiano che si poggia su società sportive e su impianti vetusti, non all’altezza della situazione. Direi che va ritrovata una sensibilità che non c’è a livello parlamentare, le risorse che servono sono scarse e vanno incrementate non di poco. Sugli impianti sportivi siamo davvero indietro, sarebbero serviti minimo 3-4 miliardi per dotarci per i prossimi anni di un’impiantistica sportiva valida per poter guardare al futuro», ha aggiunto Barelli.
Si parla molto dei nuovi stadi per il calcio e per Barelli «il calcio sta a cuore a tutti gli italiani ed ha le sue ragioni a pretendere o pensare a investimenti che rendano gli stadi moderni, ma qui si tratta dell’attività di base. Abbiamo bisogno di palestre, piscine, che i costi di gestione siano coperti. Negli altri Paesi europei, l’impiantistica sportiva è sostenuta dai comuni, dagli enti locali, dalle autorità pubbliche. In Italia tutto questo viene svolto dalle società sportive che non ce la fanno. Quindi, ben vengano gli stadi, ma prima cerchiamo di rinverdire il patrimonio impiantistico che al momento fa davvero pietà. Bisogna ricominciare da zero, fare investimenti importanti e mettere nelle condizioni chi gestisce di poterlo fare. Non dimentichiamo che l’attività motoria, che va fatta negli impianti sportivi e non solo all’aria aperta, è utile non soltanto per trovare nuovi campioni, ma serve per abbattere il costo della sanità pubblica che è elevatissima».
Lo scorso 8 marzo sono arrivate al centro federale di Ostia diverse atlete di nuoto sincronizzato provenienti dall’Ucraina, iniziativa umanitaria voluta dalla Fin e dal presidente Barelli, sostenuta e poi anche imitata da altre federazioni. Anche lo sport cerca di fare la sua parte. «Per le ragazze ucraine Pasqua e Pasquetta sono state giornate di lavoro e intenso allenamento in piscina. Insieme alla nostra squadra nazionale giovanile, si trovano a Savona ospiti della Fin e delle autorità locali che permettono loro di potersi allenare in attesa dei prossimi campionati mondiali e, ancora più importanti, gli Europei di Roma».
E a proposito di Europei, in programma dall’11 al 21 agosto nella capitale, Barelli si aspetta buoni risultati dagli azzurri, soprattutto da qualche giovane emergente, pur essendo un particolare anno post olimpico. «I ragazzi anche in Italia hanno avuto qualche difficoltà tra Covid e piscine chiuse e non tutti si sono potuti allenare al meglio. I campionati del mondo saranno importanti per alcuni, ma l’impegno clou sarà a Roma per gli Europei dove sarà schierata tutta la nazionale di nuoto, tuffi, nuoto sincronizzato e nuoto in acque libere che si svolgeranno al lido di Ostia. Penso che con la riapertura delle piscine scoperte e con il lavoro che hanno svolto durante l’inverno avranno la possibilità, soprattutto i giovani, di migliorare e qualche spunto l’abbiamo avuto ai campionati italiani di Riccione la settimana scorsa. Paltrinieri? E’ stato eccezionale alle Olimpiadi, 2° in vasca negli 800 e 3° nella 10 km in acque libere, le sue gare di punta rimangono queste».