UEFA: «Nuovo FPF? L'obiettivo non è l'equilibrio competitivo»

Nella giornata di ieri la UEFA ha approvato le nuove norme per il controllo dei costi da parte dei club, che andranno a sostituire l’insieme di regole che fino ad…

UEFA equilibrio competitivo
(Foto: FABRICE COFFRINI/AFP via Getty Images)

Nella giornata di ieri la UEFA ha approvato le nuove norme per il controllo dei costi da parte dei club, che andranno a sostituire l’insieme di regole che fino ad oggi hanno dato forma a quello che conosciamo come Fair Play Finanziario. Il sistema, lanciato oltre dieci anni fa, evolve per adattarsi al contesto calcistico attuale.

«Fondamentalmente l’approccio non cambia più di tanto. Prima c’era la break-even rule, ora c’è la regola sui “football earnings”, che è più flessibile visto che passiamo da una perdita accettabile di 30 milioni nel triennio a 60 milioni, con la differenza fondamentale che ora chiediamo a tutti i club di coprire la perdita con equity».

A spiegarlo è Andrea Traverso, Director Financial Sustainability and Research della UEFA, intervenuto in conferenza stampa per spiegare le novità: «Un club ricco che spende oltre i limiti nei primi anni di implementazione graduale riceverà solo sanzioni finanziarie, ma poi entreranno in vigore anche quelle sportive: si va dal divieto di utilizzare un singolo giocatore nelle coppe alla limitazioni nelle liste, fino alle penalizzazioni in punti e all’esclusione».

«Non è ancora stata approvata, invece, la sanzione legata alla possibile retrocessione tra le varie competizioni, ne stiamo ancora discutendo. I top club potranno fare quello che vogliono? Non sono d’accordo, i deterrenti ci sono e da un certo punto in poi riceveranno sanzioni talmente forti che credo desisteranno dal cercare di superare i limiti», ha aggiunto ancora traverso.

Il manager della UEFA, si è poi soffermato sugli obiettivi della nuova regolamentazione, escludendo quello dell’equilibrio competitivo: «L’obiettivo vogliamo sia la sostenibilità del sistema, non l’equilibrio competitivo e per questo abbiamo cambiato anche nome: il nome Fair Play Finanziario poteva dare l’impressione che l’obiettivo fosse l’equilibrio competitivo, ma con sole regole finanziarie è impossibile da raggiungere, servono altre misure. Nei prossimi anni ragioneremo anche sull’equilibrio competitivo, ma è un tema davvero complesso».