L’eliminazione dell’Italia dai Mondiali in Qatar complica e non di poco i piani della Rai che lo scorso aprile si è aggiudicata i diritti tv per trasmettere in esclusiva tutte le 64 partite della Coppa del Mondo, che si giocherà tra novembre e dicembre, per una cifra compresa tra 170 e 190 milioni di euro.
La tv pubblica per ottenere l’esclusiva per la trasmissione di tutte le gare della rassegna iridata ha sborsato più del doppio rispetto a quanto erano costati a Mediaset i Mondiali svoltisi in Russia nel 2018 comprati per 80 milioni ma dopo l’eliminazione degli azzurri. La mancata qualificazione della squadra guidata dal citì Roberto Mancini potrebbe causare una perdita di circa il 25% degli introiti pubblicitari.
In Viale Mazzini sono alla ricerca di soluzioni. Come riporta MF-Milano Finanza, una possibilità potrebbe essere quella esposta dal deputato di Italia Viva e segretario della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, Michele Anzaldi, che ha avanzato una proposta al governo Draghi di rialzare momentaneamente il tetto pubblicitario della Rai, il cui limite di affollamento pubblicitario è fissato al 7% (6% a partire da gennaio 2023). Inoltre sostenendo che è da evitare in tutti i modi la cessione di parte dei diritti ad altre emittenti.
«Vista l’eccezionalità di questo Mondiale data da due fattori, l’eliminazione preventiva dell’Italia e il fatto che si giochi in inverno, il governo potrebbe varare una misura eccezionale, aumentando temporaneamente i tetti pubblicitari alla Rai solo per il mese dei Mondiali, in modo da evitare che il servizio pubblico ci rimetta – sostiene Anzaldi – e senza dover ricorrere al subappalto che, invece, andrebbe a pesare sulle tasche dei cittadini. In questo modo si potrebbe mettere ancora di più la Rai nella condizione di fare servizio pubblico».
«Questo Mondiale in esclusiva Rai potrebbe trasformarsi in un grandissimo evento per il servizio pubblico e potrebbe rappresentare la consacrazione di RaiPlay come piattaforma leader nello streaming – prosegue Anzaldi -. Qualora fosse Amazon ad accaparrarsi in subappalto i diritti dalla Rai, lo farebbe per un ritorno commerciale e d’immagine. E allora perché questo ritorno non dovrebbe tenerselo il servizio pubblico?».