È stata archiviata l’indagine della Procura di Milano sulla nomina il 19 marzo 2018 a presidente della Lega di A di Gaetano Miccichè. Come riportato dal Corriere della Sera, l’indagine era stata innescata da una fonte confidenziale della Guardia di Finanza, rivelando che l’elezione era stata portata a termine dal presidente del Coni Giovanni Malagò (allora commissario di Lega) per acclamazione al posto dello scrutinio segreto che minacciava l’unanimità necessaria per statuto a superare l’ipotizzato conflitto di interessi di Micciché, che ai tempi era non solo presidente di Banca Imi (in affari con alcuni club) ma soprattutto consigliere di Rcs, guidata dal patron del Torino Urbano Cairo.
I pm Polizzi e Filippini avevano ipotizzato che la nomina fosse «funzionale a orientare l’aggiudicazione dei diritti tv del calcio 2018-2021 a Sky» dell’ad Andrea Zappia anziché alla spagnola Mediapro, in cambio di «25 milioni l’anno per tre anni, veicolati con una fittizia compravendita di diritti cinetv tra Sky e una società del gruppo Medusa messa a disposizione dal suo manager Giampaolo Letta, e riciclati mediante un fondo del broker Massimo Bochicchio».
Tuttavia, prosegue il Corriere della Sera, oltre alle «vistose anomalie» dell’acclamazione, e agli «incontri di persona di Malagò e Miccichè con Zappia, Letta e Bochicchio in giorni e ore prossimi agli snodi dei diritti tv, non sono emersi elementi riconducibili alla gestione di Bochicchio di provviste afferenti a Malagò». Da qui l’archiviazione per tutti dell’indagine per l’accusa di «corruzione».
Inoltre, il «falso ideologico» relativo al verbale dell’assemblea non regge perché «la Lega ha natura giuridica privatistica». L’apertura dell’indagine nel novembre 2019 portò alle dimissioni di Miccichè da presidente della Lega Serie A: «Desidero annunciare, con questa dichiarazione, le mie immediate dimissioni dalla carica di presidente della Lega Serie A – aveva detto Miccichè -. Le indiscrezioni di oggi apparse sui giornali relative alla chiusura dell’istruttoria sulla mia nomina avvenuta venti mesi fa e al suo possibile esito sono inaccettabili e mi impongono questa decisione».