Serie A, lite tra i club per la lettera contro Gravina

La lettera della Lega Serie A contro il presidente della FIGC Gabriele Gravina accende lo scontro tra i club del massimo campionato italiano di calcio. Da quanto…

Sanzioni violenza arbitri

La lettera della Lega Serie A contro il presidente della FIGC Gabriele Gravina accende lo scontro tra i club del massimo campionato italiano di calcio. Da quanto emerge dal documento, alla luce dei nuovi principi informatori formulati dalla Federcalcio (le norme in base alle quali le Leghe associate devono scrivere regolamenti e statuti), la Lega avrebbe voluto un chiarimento e capire se sia obbligatorio (o meno) accoglierle.

Una lettera che – scrive La Gazzetta dello Sport – ha il sapore della rottura. Ieri, infatti, una volta reso pubblico il testo della lettera, che Calcio e Finanza ha potuto visionare, sono cominciate ad arrivare le precisazioni da parte di diverse società, che spiegavano come non solo non avessero mai ricevuto la stesura finale, ma che il testo dovesse essere alleggerito, tant’ è vero che la parola «illegittimità delle norme» era stata in effetti cassata.

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A redigere la lettera, si dice sotto la regia del presidente della Lazio Claudio Lotito, sono stati quattro legali, Campoccia (Udinese), Cappellini (Inter), Fanini (Verona) e Romei (Sampdoria), ognuno dei quali potevano essere d’accordo su un passaggio e meno su altri. La sensazione è che gli estensori credessero che il tutto poi fosse “licenziato” dai club. Il testo invece è stato invece subito “circolarizzato” secondo il mandato assembleare.

L’assemblea non avrebbe inoltre voluto mettere in copia la FIGC, nonostante fosse stato consigliato per «cortesia istituzionale». Su molti aspetti le versioni dei club divergono, ma di sicuro sulla forma club come Bologna, Cagliari, Torino, Empoli, Genoa, Milan, Roma e Venezia avrebbero voluto una maggiore condivisione.

E’ quindi possibile che oggi, le società che non avevano preso visione della lettera a Vezzali e Malagò, possano redigere una nota che lo formalizzi. Sulla questione centrale delle votazioni continuerà lo scontro. I grandi club sarebbero contrari alla modifica dello statuto perché nelle delibere su temi economici vorrebbero essere “protette” dalla maggioranza qualificata. La maggioranza semplice velocizzerebbe invece le decisioni ed eviterebbe le minoranze di blocco, che hanno paralizzato spesso la Lega.