Stadi e tasse, il piano anticrisi della Serie A al Governo

Dopo il grido di allarme, ora arrivano le proposte. C’è stata ieri infatti una telefonata tra la sottosegretaria allo sport Valentina Vezzali e il presidente della Lega Serie A Paolo…

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Dopo il grido di allarme, ora arrivano le proposte. C’è stata ieri infatti una telefonata tra la sottosegretaria allo sport Valentina Vezzali e il presidente della Lega Serie A Paolo Dal Pino, che fa seguito alla lettera inviata dal numero uno del campionato italiano nei giorni scorsi, come riportato dalla Gazzetta dello Sport. L’obiettivo è trovare l’accordo su provvedimenti a favore del mondo del calcio.

Finora infatti per il calcio e lo sport in generale è arrivata solo una norma contenuta nella Legge di Bilancio, con la sospensione dei versamenti fiscali e contributivi dei primi quattro mesi dell’anno, rateizzati in due tranche: primo 50 per cento entro il 31 maggio, seconda metà entro il 31 dicembre in sette pagamenti mensili, un provvedimento che pesa 444 milioni non però in soldi dallo Stato allo sport ma solo come rinvii delle tasse. Il primo obiettivo è quello di una sospensione allungata ad altri mesi.

Tra gli altri temi, prosegue il quotidiano, è tornata ad emergere una proposta già bocciata in estate, ovverosia il prelievo sulle scommesse sportive, dallo 0,5 all’1 per cento. Un fondo “salva calcio” da alimentare proprio con le scommesse sportive, anche considerando che finora non si è riusciti ad eliminare il divieto di pubblicità per le aziende di betting entrato in vigore con il decreto dignità.

C’è poi anche la richiesta che riguarda i mancati incassi dal botteghino e si guarda alla Francia, dove i contributi per tutti coloro che hanno avuto una percentuale di pubblico persa variano dal 15 al 55 per cento dei fondi perduti, con le società oltre 50 milioni di fatturato che ricevono il minimo.

Infine c’è il tema delle spese sanitarie, su cui la Federcalcio tornerà alla carica. Sono in via di erogazione 86 milioni per lo sport, 56 per il calcio di cui 5 in Serie A (solo alle società con meno di 100 milioni di fatturato), ma l’obiettivo è rifinanziare il provvedimento visto che il nuovo protocollo prevede un massiccio uso di tamponi.