La Corte di Giustizia dell’Unione europea si pronuncerà prevedibilmente entro la fine del 2022 – poco prima dei Mondiali in Qatar – a proposito della questione pregiudiziale posta dal Tribunale di Madrid, che ha chiesto se quella della UEFA possa essere considerata alla stregua di una posizione dominante nell’ambito delle competizioni calcistiche e se l’organo di governo del calcio europeo occupi una posizione di monopolio.
Una questione – ricorda il quotidiano sportivo spagnolo AS – che potrebbe portare a un vero e proprio ribaltone sulle gerarchie nel mondo del calcio, prima in Europa e prevedibilmente anche nel resto del mondo. Tale è l’importanza della materia che sarà studiata dalla plenaria della Corte in Lussemburgo, la stessa che si è pronunciata sulla Brexit.
La più alta istituzione giudiziaria in Europa è composta da 27 giudici e 11 avvocati generali. Tutti sono nominati di comune accordo dai governi degli Stati membri. Il suo mandato è di sei anni con possibilità di rinnovo. I suoi membri sono scelti tra personalità che offrono garanzie assolute di indipendenza e di riconosciuta competenza. A rappresentare l’Italia è il giudice Lucia Serena Rossi, prima donna italiana a ricoprire il prestigioso incarico.
La Superlega – come ormai noto – ha provocato uno scontro tra la UEFA e i grandi club d’Europa. Tre di loro, Real Madrid, Barcellona e Juventus, stanno portando avanti il progetto. Per il presidente della UEFA Aleksander Ceferin si tratta di «un piano esclusivo che avvantaggia solo i ricchi», mentre per i promotori del torneo di un’ancora di salvezza per il mondo del pallone.
Ora sul tema si esporrà la Corte di Giustizia dell’Ue, che si pronuncerà mediante una sentenza o un’ordinanza motivata. Il giudice nazionale destinatario (del Tribunale di Madrid) sarà vincolato dall’interpretazione data in sede di risoluzione della controversia sollevata. La sentenza della Corte vincolerà inoltre anche il resto dei tribunali nazionali che si occupano di un problema identico in tutto il territorio dell’Ue.