Exor, scatta il voto multiplo: più margine per Agnelli-Elkann, in arrivo nuovi soldi?

Scatta il voto multiplo all’interno della holding degli Agnelli-Elkann, dando più margine alla famiglia per aprire a nuovi soci e quindi a soldi freschi dal mercato. Dal 13 dicembre scorso,…

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Scatta il voto multiplo all’interno della holding degli Agnelli-Elkann, dando più margine alla famiglia per aprire a nuovi soci e quindi a soldi freschi dal mercato. Dal 13 dicembre scorso, infatti, come riporta il Sole 24 Ore, è scattato il meccanismo del voto multiplo all’interno di Exor, la holding azionista di maggioranza, tra le altre, di Juventus, Ferrari e Stellantis: la Giovanni Agnelli Bv, cassaforte della famiglia, con una partecipazione del 52% nel capitale di Exor ha diritti di voto pari all’85,4%. Alle spalle della Giovanni Agnelli Bv, tra i principali soci, ci sono Harries Associates (4,99%), Baillie Gifford (3,14%), Vanguard Group (3,05%), Norges Bank (2,8%) e altri investitori.

Un meccanismo che garantisce, così, un maggiore margine di manovra alla famiglia Agnelli-Elkann, che in teoria potrebbe rivedere il proprio peso azionario all’interno di Exor senza tuttavia perderne il controllo. La Giovanni Agnelli Bv potrebbe infatti scendere addirittura al 33% nel capitale di Exor, contando tuttavia comunque sul 52% dei diritti di voto: il 20% delle azioni che la holding potrebbe cedere vale 3,5 miliardi di euro in Borsa. Una situazione teorica, considerando che John Elkann, nel recente investor day di Exor, aveva chiuso la porta all’ipotesi di cessione di nuove quote.

Ma in caso di necessità, l’ipotesi non è da escludersi a priori, mentre Exor punterà nel prossimo futuro a gestire soprattutto il portafoglio e la cassa, destinata a salire a breve a 10 miliardi di euro con la cessione di Partner REA a Covea per 9 miliardi di dollari, affare destinato a concludersi a breve. Il nuovo accordo per la cessione di Partner Re a Covea significa per Exor un guadagno netto di 3,2 miliardi di dollari. L’entrata prevista dalla cessione a Covéa è il 50% in più di quanto Exor aveva pagato cinque anni fa la società di riassicurazioni.