Un gruppo di creditori cinesi ha citato in giudizio Evergrande per 13,2 miliardi di dollari (circa 11,7 miliardi di euro) su presunti pagamenti in ritardo. Lo riporta il Financial Times, spiegando che un tribunale cinese incaricato di gestire le cause civili contro il colosso dell’immobiliare, carico di 305 miliardi di dollari di passività, ha accettato 367 casi con reclami per un totale di 84 miliardi di yuan dal 24 agosto al 9 dicembre.
Evergrande non è però in grado di rimborsare così tanti creditori a causa di risorse limitate, motivo per cui questi ultimi «stanno correndo per portare Evergrande in tribunale in modo che possano essere in una posizione migliore per riavere i loro soldi in caso di ristrutturazione del debito. Questo ha senso soprattutto quando non tutti i prestiti sono trattati allo stesso modo», ha spiegato Bo Zhuang, l’analista di Loomis Sayles, un gestore patrimoniale con sede a Singapore.
Stando a Bloomberg, nella lista di creditori ci sarebbero oltre 40 banche, fra le quali quattro importanti cinesi, per un credito di 22 miliardi di yuan in totale. Ma la testata cita anche le “banche ombra” che avrebbero prestato denaro a Evergrande ad un tasso di interesse annualizzato fino al 73%.
L’incapacità di Evergrande di adempiere ai propri obblighi è un evento di mercato e sarà affrontato in modo orientato al mercato, ha detto il governatore della PboC, Yi Gang, in un videomessaggio a un seminario sul futuro di Hong Kong come centro internazionale finanziario. «I diritti e gli interessi dei creditori e degli azionisti saranno pienamente rispettati in conformità alla loro anzianità legale», le parole Yi.
Ricordiamo che anche Suning – il colosso cinese che controlla l’Inter – è legata alla società. Nel 2017 Zhang, tramite una controllata di Suning Appliance, aveva anticipato ad Evergrande capitali per 20 miliardi di yuan (circa 2,6 miliardi di euro), sottoscrivendo azioni di classe A di Evergrande Real Estate (nota anche come Hengda Real Estate) destinate alla quotazione in borsa, con la promessa di forti dividendi.
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Grazie al supporto di Suning e di altri gruppi privati cinesi, Evergrande aveva così raccolto complessivamente 130 miliardi di yuan (circa 16,65 miliardi di euro), grazie anche alla promessa che nel caso in cui la quotazione in borsa delle azioni di classe A di Evergrande Real Estate non si fosse concretizzata, gli investimenti sarebbero stati ripagati entro marzo 2021.
Tuttavia, nell’autunno dell’anno scorso, dopo l’ennesimo rinvio del progetto di quotazione, alcuni investitori hanno dato il loro assenso a non esercitare opzioni di riscatto delle quote versate, evitando la crisi di liquidità di Evergrande.