Sequestrati 70 mln a Bochicchio, il broker che truffò Conte

Massimo Bochicchio, il broker che truffò tra gli altri l’ex allenatore dell’Inter Antonio Conte (oggi al Tottenham), è stato raggiunto da una nuova ordinanza agli arresti domiciliari, su iniziativa della…

Conte clausola Inter

Massimo Bochicchio, il broker che truffò tra gli altri l’ex allenatore dell’Inter Antonio Conte (oggi al Tottenham), è stato raggiunto da una nuova ordinanza agli arresti domiciliari, su iniziativa della Guardia di Finanza che ha proceduto al sequestro di 70 milioni di euro.

È quanto hanno eseguito i finanzieri del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria, secondo quanto deciso dal gip del tribunale di Roma nell’ambito di un procedimento aperto dopo le denunce per truffa presentate da professionisti, imprenditori e sportivi che, fidandosi dell’indagato, hanno investito ingenti somme di denaro.

Bochicchio era stato espulso lo scorso luglio dall’Indonesia in Italia perché accusato di aver truffato alcuni vip e personaggi dello sport, tra cui, oltre a Conte, l’ex allenatore della Nazionale Marcello Lippi, l’attaccante della Roma Stephan El Shaarawy e l’ambasciatore Raffaele Trombetta. Una vicenda per la quale Bochicchio era stato raggiunto già da una misura cautelare.

Il passa parola, la promessa di rendimenti elevati a fronte di un profilo di rischio sostanzialmente nullo e l’esibizione di documenti attestanti che una di queste società era controllata da una primaria banca internazionale hanno spinto numerosi investitori ad affidare al broker i propri risparmi, anche per importi ingenti, che non sono stati restituiti. Dopo le iniziali promesse di rendere indietro quanto investito, l’indagato – secondo quanto emerge dalle denunce – avrebbe interrotto ogni tipo di comunicazione coi clienti, i quali si sono rivolti all’Autorità giudiziaria.

In base agli elementi finora raccolti dalle fiamme gialle, sono emersi indizi gravi secondo i quali il soggetto colpito dalla misura – attraverso due società inglesi al medesimo riconducibili risultate essere prive della necessaria autorizzazione ad operare – avrebbe prestato abusivamente servizi di investimento e di gestione collettiva del risparmio. Gli accertamenti sviluppati hanno consentito di accertare che, dal 1999 al 2020, soltanto i soggetti querelanti hanno versato alle due società investigate un importo pari a circa 70 milioni di euro. Il procedimento versa tuttora nella fase delle indagini preliminari.